Adesso un atto di coraggio. Dovrebbe compierlo l’attuale ministro del MIUR, Ministero Istruzione Ricerca e Università, Lorenzo Fioramonti. Il neo ministro, laureato in filosofia e accademico in Sudafrica a Pretoria, nel 2018 eletto parlamentare del M5s, vice ministro al MIUR nel governo gialloverde, non è venuto alla ribalta per una pubblicazione accademica, bensì per le offese e non ha risparmiato nessuno.
La Santanche’, per i suoi interventi di chirurgia estetica, epiteti perché venduta alla causa berlusconiana, non ritenuta intelligente, letteralmente “demente”. Bersaglio delle sue critiche, eufemismo il “Caimano” considerato “porta sfiga” in relazione al sisma Aquilano.
Le forze dell’ordine in riferimento al loro operato alla scuola Diaz, dopo avere visto il film sugli accadaduti, dovere di cronaca gli stessi furono definiti “macelleria messicana”da un vice questore aggiunto testimone dei fatti la notte del 21 luglio al G8 di Genova, correva l’anno 2001, il giorno prima moriva Carlo Giuliani in piazza Alimonda (ndr).
Le forze dell’ordine di descritte “guardie del potere”, invece che al servizio dei cittadini. Rammentando inoltre le morti del giovanissimo Aldrovandi, 18 anni compiuti appena 69 giorni prima della sua morte, e Cucchi.
Ieri durante la requisitoria il Pm Musaro’ ha chiesto 18 anni per omicidio preterintenzionale per i due presunti autori della morte di Stefano Cucchi, per i due appartenenti alla beneamata. Passando dal ferimento del carabiniere Giangrande nel giorno del giuramento governo Letta, in piazza Colonna.
Fioramonti non ha risparmiato neanche il giornalista Giuliano Ferrara, ma i commenti rivolti all’ex ministro “forzista” riguardo agli altri, si ascoltano durante una cena in un convento di suore Orsoline claustrale.
Il ministro ha chiesto scusa, giustificandosi che non esiste chi non commette errori. Assolutamente si, signor ministro, ma quelli commessi via social da chi oggi è al dicastero dell’istruzione sono ferali, esiziali. Abbia coraggio, si dimetta, sarebbe anche un atto di pacificazione, la nazione ne ha bisogno, tanto quanto la riduzione dei parlamentari.
Vittorio Alfieri