Marsala – E’ anche questa una questione di civiltà, o si sente la necessità di tacitare la coscienza che morde? Quello che è accaduto in questi giorni a Roma, con il manifesto gigante della onlus Provita, è uno spaccato molto pericoloso che merita una riflessione ed una presa di posizione forte e chiara.
I fatti:
Un manifesto campeggiava su un palazzo di via Gregorio VII, nel quartiere Aurelio, mostrando un bambino a 11 settimane di vita intrauterina, con lo slogan – senz’altro forte nei toni, ma vero nella sostanza – dell’associazione Provita.
«Tu eri così», «i tuoi organi erano presenti», «il tuo cuore batteva già», «ti succhiavi il pollice», si leggeva sul manifesto. Più sotto uno slogan d’impatto: «E ora sei qui perché tua mamma non ti ha abortito»; l’immagine e lo slogan sono stati scelti dalla onlus PROVITA per una campagna di sensibilizzazione a 40 anni dalla legge 194 sull’aborto.
Le reazioni:
A poche ore dalla comparsa del cartellone a Roma si è scatenata una bufera, ancora più violenta nei toni e anche per il lignaggio dei protagonisti intervenuti, delle reazioni registrate durante lo scandalo “Roma Capitale”: politica locale, politica regionale e nazionale (con la inossidabile Monica Cirinnà in testa, ancora una volta paladina della civiltà del pensiero dopo la Legge sull’omicidio legalizzato),hanno fatto sentire la propria voce in maniera così forte da“costringere” Virginia Raggi, sindaca di Roma, ad ordinare l’oscuramento del manifesto ricorrendo ad un cavillo che risiede nel Regolamento in materia di Pubbliche affissioni di Roma Capitale, art. 12/bis, che vieta «Esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali»
Le riflessioni:
Pensate sia una questione di civiltà? Ritenete sia la legittima difesa ad un attacco lesivo dei diritti e alla libertà individuale? Se così fosse vuol dire che il nostro livello di civiltà è molto basso e che la permalosità è molto alta. Due concetti che in sinergia determinano una soglia complessivamente desolante della capacità di espressione di una nazione. Il manifesto non offendeva nessuno e non ledeva alcun diritto, ricordava semplicemente che esiste la vita fin dal concepimento. Chi, dotato di una normale capacità intellettiva, può offendersi oi ritenersi leso nella dignità per questo? Scusatemi continuo a non comprendere: si vuole forse avere la supremazia utilizzando la sordina e oscurando chi la pensa in maniera diversa? No, sarebbe molto pericoloso e regressivo, altro che civiltà!!! Perché tutta questa insofferenza ed aggressione controun manifesto a favore della vita?…necessità di tacitare la coscienza che morde? Se io fossi un dirigente del P.D., e per scelta non lo sono, nell’analisi del voto cercherei di capire quanto abbia inciso, in termini di voti persi, la posizione massimalista che ha visto elevare a rango nobile, alcune leggi palesemente contro la famiglia. Rifletterei sul fatto che l’unico modo per raggiungere una civiltà piena e convincente in un paese non sia quello di zittire chi la pensa in maniera diversa, ma casomai, di favorire fino alla fine un dibattito libero dove le posizioni ed i pensieri abbiano lo stesso valore e la stessa importanza.
Conclusioni:
Una brutta pagina quella consumata a Roma, che si somma a tante altre pagine scritte negli ultimi tempi, che dimostrano, per i contenuti presenti in esse, che si vuole distruggere ciò che ha rappresentato le fondamenta della società italiana: la Famiglia Naturale. Nucleo e luogo preposto alla crescita della comunità dove trova pieno compimento il Rispetto per l’Essere Umano fin dall’origine. Il manifesto poteva, sempre ai sensi di quel famoso regolamento, essere esposto fino al 19 aprile; non potevano coloro che si sono sentiti lesi nella dignità, a partire dal 20 aprile, esporne uno che rappresentasse la tesi opposta? Mi convinco sempre di più che il “Morso della Coscienza Sporca” sia sempre più forte e, continuando così, finirà per stritolare chi pensa di manipolarla.
Giovanni Sinacori
Consigliere comunale Marsala