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lunedì, 29 Luglio 2024

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Favignana, l’evasione è finita: catturati i 3 fuggitivi. Ecco i dettagli

Sono stati catturati i tre detenuti che erano evasi dal carcere di Favignana. Si trovavano ancora sull’isola. La cattura si deve ad un’operazione congiunta del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria e dei carabinieri di Favignana e Trapani.

La notizia della cattura è stata confermata dal direttore del carcere, Renato Persico. I tre reclusi, che erano evasi nella notte di sabato scorso segando le sbarre della loro cella e calandosi dal muro di cinta del penitenziario di massima sicurezza, sono stati trasferiti a Trapani con una motovedetta. Gli evasi sono tre detenuti di “peso”: si tratta di Adriano Avolese, 36 anni, condannato all’ergastolo per omicidio; Giuseppe Scardino, 41 anni, condannato a 15 anni per una serie di rapine violente e per il tentativo di omicidio di un poliziotto a Scoglitti, frazione di Vittoria (Rg), e il suo amico e complice Massimo Mangione, 37 anni, condannato a 12 anni e 8 mesi, per gli stessi reati. Erano in cella insieme da qualche mese. Subito dopo la fuga era scattata la caccia in tutta l’isola. Secondo le forze dell’ordine, infatti, difficilmente i tre evasi potevano avere lasciato Favignana, anche perché quella notte le condizioni del mare erano proibitive. Le ricerche si erano quindi concentrate in tutti gli anfratti e i possibili rifugi che offre l’isola.

Uno dei tre, Massimo Mangione, è riuscito a darsi nuovamente alla fuga lanciandosi in mare. A questo punto sono state mobilitate tutte le forze dell’ordine presenti sull’isola, comprese le motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto che hanno illuminato il tratto di mare. Dopo avere riguadagnato la riva Mangione ha cercato di allontanarsi a piedi ma è stato catturato dai carabinieri e dalla polizia penitenziaria che hanno seguito le tracce lasciate sul terreno dagli indumenti bagnati.

A margine della conferenza stampa indetta per la cattura dei tre evasi dal carcere di Favignana è trapelato che le lenzuola lasciate sul muro di cinta dell’istituto penitenziario possano essere state lasciate per simulare una fuga che in realtà sarebbe avvenuta con modalità diverse. Un’ipotesi degli investigatori, questa, suffragata da alcuni elementi: la ridotta lunghezza delle lenzuola (che avrebbero costretto i tre a compiere un salto nel vuoto di oltre tre metri) ma anche il fatto che difficilmente i tre, dopo aver segato le sbarre della cella, possano essere riusciti a salire sul tetto e a saltare, senza perdere l’equilibrio, sul muro di cinta.

“Stiamo verificando se all’interno della struttura penitenziaria possano esserci state responsabilità colposo o dolose”: lo ha detto il procuratore di Trapani, Alfredo Morvillo, durante la conferenza stampa per illustrare l’operazione che nella notte ha portato alla cattura dei tre evasi. Gli inquirenti non escludono che i tre evasi dal carcere di Favignana sabato scorso e catturati nella notte abbiano potuto trovare un alloggio di fortuna in una delle tante villette in questo periodo chiuse. Sono in corso controlli. Accertamenti sono in corso anche per stabilire la provenienza degli arnesi (chiavi inglesi e cacciaviti) che i fuggiaschi avevano con sé al momento dell’arresto, avvenuto in località Punta Longa. Presumibilmente i tre, che stavano tentando di impossessarsi di un’imbarcazione, approfittando delle favorevoli condizioni meteo marine, erano intenzionati a raggiungere la costa di Marsala, che dista quindici minuti di navigazione. Il procuratore di Trapani, nel sottolineare che la “cattura è frutto della professionalità dei carabinieri e della polizia penitenziaria, ha ribadito che le indagini puntano a far luce su quello che è successo all’interno del carcere”. [Comunicato dei Carabinieri]

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