Un ulteriore colpo al patrimonio riconducibile a Matteo Messina Menaro ed alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara รจ stato inferto dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando provinciale di Trapani, che hanno proceduto alla confisca dei beni per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro a carico degli imprenditori Filippo Greco, Antonino Moceri e Antonino Francesco Tancredi, anche se assolti lo scorso anno dalla corte di appello di Palermo nel processo โCampus Belliโ.
I predetti erano infatti stati arrestati nellโambito dellโoperazione disposta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo il 12.12.2011, per concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni aggravata dallโart. 7 della legge 203/91, unitamente ad altri indagati, tra cui Simone Mangiaracina, di 76 anni, e Cataldo La Rosa, di 48, considerati il braccio operativoโdellโanziano boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede.
Il Tribunale di Trapani ha infatti evidenziato la sussistenza dei presupposti alla base dellโoriginario provvedimento di sequestro, disponendo la confisca di 108 immobili (tra cui ville, abitazioni, fabbricati industriali, autorimesse, negozi, magazzini, laboratori e terreni), 4 societร operanti nel settore dellโolivicoltura, 11 veicoli e numerosi rapporti bancari.
Come noto, lโindagine Campus Belli aveva messo in luce le modalitร di controllo delle attivitร economiche e produttive del territorio da parte dellโorganizzazione, riconducibile a Matteo Messina Denaro, attraverso la gestione occulta di societร ed imprese in grado di monopolizzare il remunerativo mercato olivicolo.
Era emersa infatti la riconducibilitร alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara degli oleifici della Moceri Antonino & C. S.r.l. e dellโEurofarida s.r.l., che il capo mafia trapanese aveva intestato fittiziamente agli imprenditori Antonino Tancredi e Antonino Moceri, al fine di eludere la normativa antimafia.
Oltre alle citate aziende, sono state oggetto di confisca anche la societร semplice Moceri Olive e lโimpresa individuale Tancredi Antonino Francesco, entrambe operanti nel settore agricolo ed olivicolo, risultate provento di attivitร illecite.
Localizzate in un territorio fortemente condizionato dalla presenza di Cosa nostra, le aziende oggi sottoposte a confisca hanno continuato ad operare in regime di amministrazione giudiziaria, rendendosi protagoniste di iniziative volte a favorire la reintroduzione nellโeconomia legale, grazie al coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni antimafia.
Va ricordato, in proposito, il progetto avviato subito dopo il sequestro, che aveva visto la produzione e la vendita, su tutto il territorio nazionale, di olio extra vergine imbottigliato dalle aziende โliberateโ dal vincolo mafioso, cui era stata dedicata unโapposita etichetta per il โconsumo etico da bene sequestratoโ, con il patrocinio dellโufficio misure di prevenzione del Tribunale di Trapani e le associazioni Libera e Fai.
Nel provvedimento di confisca, notificato in questi giorni dai Carabinieri, anche, il compendio patrimoniale di Filippo Greco, giร titolare di societร immobiliari e di costruzioni nella provincia di varese, e ritenuto imprenditore di riferimento del noto Francesco Luppino.