“Il ricorso al travestimento di boss mafiosi, anche di peso è più diffuso di quanto si pensi ed è un frequente stratagemma per mimetizzarsi e scappare”. Lo ha detto il magistrato Raffaele Cantone, attuale presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nel corso di una intervista rilasciata a Klaus Davi, che andrà in onda nel corso della puntata de “Gli Intoccabili”, sabato 5 novembre, a partire dalle ore 21.00 su LaC, canale 19 del digitale terrestre calabrese e in streaming su www.lactv.it.
Cantone ha rivelato come siano state trovate decine di lettere in cui i camorristi si chiamavano fra loro «amore mio». «L’utilizzo di questa terminologia – ha spiegato – era tipica del linguaggio camorristico. C’era chi interloquiva mandandosi baci». Affettività, linguaggio in codice? Cantone non ha dubbi: «Una riverenza fra capo e affiliati e viceversa; una sorta di spinto cameratismo che arriva ai limiti dell’omosessualità».
A questo proposito il programma “Gli Intoccabili” ha diffuso un identikit di alcuni super latitanti e di come potrebbero apparire vestiti da donna visibile al link https://www.youtube.com/watch?v=mEVHT3au2i8&feature=youtu.be. Tra questi c’è Matteo Messina Denaro, 54 anni, detto “u siccu”, sparito nel nulla dal 1993, capo del mandamento di Castelvetrano e ritenuto il capo indiscusso di Cosa Nostra, dopo l’arresto di Bernardo Provenzano e oggi ricercato più importante d’Italia.