Marsala – Grande partecipazione per la presentazione del libro “Angela Bottari – Storia di una donna libera”, curato da Pietro Folena e Francesco Lepore lo scorso 27 novembre al Convento del Carmine. Un’occasione importante per la città di Marsala aver avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza di Cleo Li Calzi e Francesco Lepore, due persone che sono state a stretto contatto con Angela Bottari, conoscendone le sue battaglie e il suo modo di fare politica, intesa non come fine personale ma come impegno per la collettività.
Angela Bottari è stata parlamentare del PCI dal 1976 al 1987. Negli anni in cui è stata parlamentare, dove la società italiana attraverso cambiamenti profondi, ha lanciato una forte impronta nell’iter legislativo che ha portato a superare il delitto d’onore e a riconoscere come reato contro la persona la violenza sessuale.
Evento promosso dal Partito Democratico, dai Giovani Democratici di Marsala e dalla Conferenza delle Democratiche, in occasione della settimana dedicata alla lotta della violenza sulle donne.
Hanno dialogato con l’autore Francesco Lepore: Linda Licari, coordinatrice del circolo online PD Nilde Iotti, Riccardo Patti, Segretario dei Giovani Democratici di Marsala, Giovannella Licari, Delegata nazionale della Conferenza delle Democratiche, Cleo Li calzi, Esecutivo nazionale della Conferenza delle Democratiche e Carmela Daidone, Assessora del Comune di Erice.
“L’assenza di lei permea le vite di chi l’ha conosciuta e amata, – ha affermato Francesco Lepore, curatore del libro – facendosi sentire più acuta nei momenti di quotidiana solitudine. La sua figura, anche se non fisicamente, è più vicina di quel che si immagini: lo è attraverso il ricordo e il racconto che la fanno a noi presente. Angela era schietta, diretta, allergica al compromesso, diventava addirittura irremovibile se c’erano in ballo i principi”.
“Conversare con angela era generativo. – ha dichiarato Cleo Li Calzi, Esecutivo Nazionale della Conferenza delle Democratiche – Anche quando avevamo opinioni discordanti lo scambio era sempre arricchente. Perché Angela sapeva ascoltare, spostando il baricentro fuori da sé, creando osmosi tra i propri orizzonti e quelli dell’altra parte. Una cosa che in politica non è comune. Penso ad Angela, al suo sguardo illuminato ed illuminante, e sento le sue parole vibrare nella mia testa. Sarà impossibile dimenticarla, dimenticare il suo esempio, le sue battaglie, il suo sguardo lungo sulle cose. E adesso l’impegno è a proseguire nel suo esempio. Come ha scritto Nadia Terranova: “Nel tuo nome, Angela, non ci perderemo”.
Si ringrazia l’Ente mostra del Convento del Carmine per l’ospitalità.