Marsala – Domenica 17 novembre il Rotary Club Marsala, in collaborazione con la Banca Marsalese della Memoria e con il Circolo Lilybeo, ha organizzato la presentazione del libro “L’Orchestra Nascosta” presso i locali dello stesso Circolo. Con l’autrice Stefania La Via, insegnante di lettere, vicedirettrice dell’Archivio storico diocesano di Trapani, archivista e paleografa, autrice di numerosi studi storici e letterari, ha dialogato la prof.ssa Claudia Colicchia, sua collega insegnate di lettere e, soprattutto, amica di lunga data.
Gli intervenuti, attratti dall’interessante momento culturale, sono stati molto numerosi. Non è stata la presentazione di uno dei numerosi libri di cui dopo poco tempo si dimentica la trama o l’argomento ma, al contrario, è stato un momento conviviale in cui lo spirito viene arricchito, perché la fa da padrone non la fantasia ma la storia.
L’autrice ci ha fatto comprendere che la memoria è il filo invisibile che collega il passato al presente, permettendoci di comprendere chi siamo e da dove veniamo. Senza memoria, saremmo privi di radici e di direzione. La stessa ci ha fatto spiegato che la ricerca archivistica è un atto di riscoperta e valorizzazione delle nostre origini, un viaggio attraverso i documenti che custodiscono le storie e le esperienze di chi ci ha preceduto. È il modo che permette di far sopravvivere i nostri avi che hanno contribuito al nostro essere oggi.
L’autrice per raccontarci la storia dell’organo La Grassa ha consultato, in giro per la Sicilia, archivi storici parrocchiali, di curie vescovili, dello Stato, è stato un lavoro certosino, prezioso, minuzioso, statistico. Il linguaggio tecnico musicale si fa coinvolgente e capace di destare interesse perché l’autrice ha scritto con competenza e passione, in modo tale che l’organo monumentale di Francesco La Grassa oggi come ieri continui a destare bellezza nel cuore dell’uomo.
Stefania La Via nel suo libro ci narra la storia vissuta a Trapani dal 1837 in poi dall’organaro Francesco La Grassa per la costruzione dell’organo monumentale della chiesa di San Pietro.
Francesco da ragazzo è andato a bottega dallo zio falegname a imparare il mestiere di intagliatore che gli servirà per lavorare il legno delle canne d’organo. Ma altre doti gli serviranno per diventare il famoso organaro conosciuto non solo nella città di Palermo ma in tutta la Sicilia Occidentale, dove in tanti paesi lascerà il frutto della sua arte di autodidatta di costruttore di organi. E’ un genio della musica, perché non basta costruire ma bisogna accordare i suoni alle canne in un intreccio di fili che dalle tastiere vanno alle canne di legno, rame, piombo, stagno.
L’organo più grande del secolo, che doveva stupire per il suo suono imponente, era stato voluto dai parroci di San Pietro che con lungimiranza volevano che i loro fedeli di pescatori e artigiani godessero del benessere spirituale e culturale della musica sacra. L’organo è posto nella cantoria sopra la porta principale. Contiene ottanta registri, sette tastiere e pedaliere distribuite in una consolle centrale e due laterali, 3292 canne, 67 comandi registri, 20 comandi accessori. Dalle canne si espande il suono di viole, violoncelli, flauti, trombe, fagotti, clarini, piatti, arpa, corni e di tutte le altre decine di strumenti che sono necessari per le orchestre sinfoniche e la banda musicale.
Dopo il restauro del 2003 l’organo è ritornato alla sua funzione culturale per destare impareggiabili emozioni con le note dei grandi musicisti, fra cui Bach, Mozart, Haydn, Chopin, Schumann. A suonarlo sono già venuti i più grandi organisti mondiali.
Gaetano Solano – Daniele Pizzo
