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martedì, 16 Luglio 2024

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Maxi truffa in Venezuela, rifugio a Mazara: donna catturata durante una festa

Ricercata da quasi 8 mesi per truffa milionaria e riciclaggio. Catturata durante una festa a Mazara. Ritenuta responsabile di far parte di un’associazione criminale dedita alle truffe aggravate e…

La scorsa notte militari della Compagnia di Alcamo hanno individuato e, successivamente, tratto in arresto una donna ricercata da quasi 8 mesi dalle Autorità Venezuelane in quanto ritenuta responsabile di far parte di un’associazione criminale dedita alle truffe aggravate e riciclaggio.

Aveva appena finito di partecipare a una festa di compleanno quando, di fronte alla camera prenotata di un elegante albergo sito a Mazara del Vallo, alcuni militari della Compagnia di Alcamo l’hanno fermata per chiederle le generalità.

Accertata l’identità e verificato che il nominativo era inserito in una red notice di Interpol, ovvero una richiesta alle forze dell’ordine di tutto il mondo per localizzare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa di estradizione, la donna è stata condotta, dapprima, presso la Questura di Trapani per essere sottoposta ai rilievi fotodattiloscopici e, successivamente, presso la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo, ove rimarrà a disposizione della Corte d’Appello che deciderà in merito alla richiesta di estradizione avanzata nei suoi confronti dallo Stato del Venezuela.

La donna, commerciante di origini venezuelane residente nei Paesi Bassi, è accusata, unitamente all’ex compagno e ad un altro soggetto, di aver truffato un imprenditore intenzionato ad acquistare 50 chilogrammi d’oro. La donna ed i suoi sodali avrebbero fatto credere all’imprenditore truffato che si trattava di oro proveniente dalla Banca Centrale del Venezuela per il tramite delle società che gestivano.

I truffatori, in realtà, ottenuto il pagamento della somma necessaria all’acquisto del me-tallo prezioso, per l’ingente cifra di 1.138.430.000.000,00 bolivares (circa 300.000 euro), l’avrebbero trasferita sui conti di due società a loro riconducibili per ostacolare l’individuazione della loro origine delittuosa, senza mai procedere realmente alla consegna del materiale aureo.

Le pene che rischiano gli indagati sulla base delle accuse sostenute dall’Autorità Giudiziaria venezuelane sono molto severe, essendo prevista dal sistema penale la reclusione fino a 15 anni.

L’arresto provvisorio a fini estradizionali è stato eseguito agli inizi di quest’anno anche nei confronti dell’ex compagno della donna, che, nel tentativo di sottrarsi alle pesanti accuse, si era rifugiato in Spagna, ove risulta attualmente detenuto.

L’attività svolta conferma l’attenzione del Corpo nel contrasto a ogni forma di illegalità di natura economico-finanziaria, a tutela di tutti gli operatori onesti e della corretta concorrenza, anche oltre i confini nazionali e in perfetta sinergia con gli organi collaterali esteri.

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