Comunicato e Documento dei Sindaci di Marsala, Petrosino e Mazara del Vallo
Il settore vitivinicolo della Sicilia Occidentale, pilastro dell’economia locale, sta affrontando una crisi senza precedenti a causa della siccità e delle avversità climatiche degli ultimi due anni. La produzione di uva ha subito un calo del 75%, compromettendo la sostenibilità delle aziende agricole e delle cantine sociali, cuore pulsante della cooperazione vitivinicola. I sindaci di Marsala, Petrosino e Mazara del Vallo richiedono con forza l’istituzione di un tavolo tecnico urgente presso la Presidenza della Regione Siciliana, con la partecipazione delta deputazione trapanese, di una rappresentanza dei consigli comunali, delle associazioni di categoria, delle istituzioni locali e dei rappresentanti delle aziende vitivinicole. Obiettivo: discutere e attuare misure immediate per fronteggiare l’emergenza. “Chiediamo – scrivono i sindaci Anastasi, Grillo e Quinci – interventi immediati sia da parte del Governo Regionale che di quello Nazionale, per evitare conseguenze irreversibili per l’economia e la tradizione vitivinicola della nostra regione”.
Giacomo Anastasi (Petrosino)
Massimo Grillo (Marsala)
Salvatore Quinci (Mazara del Vallo)
DOCUMENTO CONGIUNTO DEI SINDACI DI PETROSINO, MARSALA E MAZARA DEL VALLO
Siccità in Sicilia: Necessità di interventi urgenti per il settore vitivinicolo e convocazione di un tavolo tecnico
Il settore vitivinicolo, da sempre il cuore pulsante della nostra economia locale e l’orgoglio della nostra tradizione agricola, sta affrontando una crisi senza precedenti. Gli ultimi anni hanno visto una successione di eventi catastrofici che hanno messo in ginocchio le nostre aziende e minacciano la tenuta stessa del nostro tessuto socio-economico.
Nel 2023, la peronospora ha devastato le colture, provocando una riduzione della produzione del 50% rispetto agli anni precedenti. È una ferita profonda per un territorio che vive del lavoro e del sacrificio di generazioni di agricoltori, che con amore e dedizione curano le loro vigne. Questa perdita ha segnato non solo la produttività della nostra terra, ma anche la dignità e le speranze delle famiglie che da generazioni fondano il proprio futuro su questo settore.
A peggiorare ulteriormente la situazione, la siccità di quest’anno ha ridotto la produzione di un ulteriore 25%, portando la diminuzione complessiva della produzione, in soli due anni, a un drammatico 75%. Siamo di fronte a un crollo produttivo senza precedenti: la resa media attuale è di circa 40 quintali per ettaro, una quantità insufficiente persino a coprire i costi di produzione. Le nostre aziende vitivinicole, che hanno sempre rappresentato un baluardo di eccellenza, oggi non riescono più a sostenersi. Non si parla solo di profitti mancati, ma di una vera e propria lotta per la sopravvivenza: i fornitori non vengono pagati, i lavoratori stagionali restano senza occupazione e le famiglie faticano a trovare un sostegno economico per andare avanti.
Ma la crisi non si ferma ai campi. Le cantine sociali, autentiche colonne portanti della nostra economia agricola, si trovano in condizioni disperate. La mancanza di uva ha ridotto drasticamente la loro operatività, spingendo molte di esse sull’orlo della chiusura. Queste cooperative, formate da piccoli e medi viticoltori che si uniscono per affrontare le sfide comuni, sono oggi strangolate dalla mancanza di liquidità e dall’impossibilità di sostenere i costi di lavorazione e produzione. Senza un intervento urgente, rischiamo di perdere un modello di cooperazione agricola che per decenni è stato il pilastro del nostro territorio.
La situazione è grave e richiede un’azione immediata. Non possiamo permetterci di assistere inermi alla distruzione di un settore che non solo rappresenta una parte significativa della nostra economia, ma che incarna anche la storia, la cultura e l’identità delle nostre comunità rurali. Serve un piano straordinario di aiuti economici, misure fiscali adeguate e politiche di sostegno che permettano alle aziende vitivinicole e alle cantine sociali di rialzarsi e tornare a essere protagoniste del nostro futuro. La dignità del lavoro agricolo, la sopravvivenza delle nostre tradizioni e il futuro delle nostre famiglie dipendono dalle scelte che faremo oggi.
Come sindaci di tre importanti realtà vitivinicole del territorio chiediamo con forza l’istituzione di un tavolo tecnico urgente presso la Presidenza della Regione Siciliana. Questo tavolo dovrà includere tutti i portatori di interesse, tra cui le associazioni di categoria, le istituzioni locali, le Cantine Sociali e i rappresentanti delle aziende agricole. Solo attraverso un dialogo serio e costruttivo si potranno delineare le misure urgenti e concrete necessarie per affrontare l’emergenza.
Anche sulla scorta delle tante iniziative condotte lo scorso anno e largamente condivise da tutti i sindaci della provincia di Trapani, si riportano di seguito alcune proposte concrete che consentirebbero di rispondere alla gravissima crisi che gli agricoltori stanno affrontando nel breve termine e di consolidare una prospettiva di sviluppo economicamente sostenibile per il futuro.
Sono solo alcune proposte, molte delle quali già ampiamente dibattute e condivise nei mesi scorsi a cui se ne possono aggiungere delle altre nel confronto che ci attendiamo si avvierà con le autorità competenti e con tutti i portatori di interesse. Le risorse necessarie vanno sicuramente richieste in parte al Governo Nazionale per far fronte all’eccezionalità degli eventi. Comunque, anche il Governo Regionale deve prendere atto dell’eccezionalità della crisi destinando ingenti risorse dalle variazioni di bilancio che saranno approvate nei prossimi giorni. La nuova manovra finanziaria su cui il Governo Regionale sta già discutendo sarà, infatti, un primo banco di prova per dare immediate risposte alla nostra viticultura.
Senza interventi immediati, le conseguenze saranno devastanti: l’abbandono delle terre, la chiusura di migliaia di aziende, la fine di una tradizione vitivinicola secolare, e un colpo irreparabile all’economia della Sicilia Occidentale. Non è più possibile tollerare l’inerzia di fronte a una crisi di tale portata. L’indifferenza non può essere un’opzione di fronte a una crisi che minaccia il futuro di tutti.
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