Marsala – Il 27 agosto, presso la Società Canottieri, il Lions Club ha ospitato la Dott. Rosetta Martinez che ha intrattenuto un pubblico attento e numeroso su l’ “Elogio della quinta giovinezza”. Rosetta Martinez, conseguita a soli 23 anni la laurea in medicina con il massimo dei voti, ha iniziato la sua attività professionale come assistente nella scuola del Prof. Luigi Condorelli presso la facoltà di medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Dopo qualche anno trascorso presso l’Ateneo Palermitano al seguito del Prof. Aldo Turchetti è ritornata a Roma dove ha continuato la sua attività come docente all’Università “La Sapienza” e Primario di Malattie cardiovascolari al Policlinico “Umberto I”.
Donna sensibile e attenta ai bisogni delle fasce più deboli, in passato ha trascorso le ferie estive in Kenya prestando la sua opera come volontario medico e nel 1979 per un semestre ha insegnato “Malattie Cardiovascolari” all’Università Italo-Somala di Mogadiscio, esperienze che hanno lasciato il segno nel suo cuore e nella sua mente. Ancora oggi si dedica ad attività di volontariato come medico internista e cardiologo.
Dopo il saluto del Presidente del Circolo Sportivo Dott. Tommaso Angileri, il Presidente del club Avv. Diego Maggio ha ringraziato l’illustre ospite, persona di fede profonda e grande esperienza, per aver accolto l’ invito e nel corso della sua introduzione ha ricordato, nel giorno della sua dipartita, il Dottor Romano Pietro Alagna imprenditore illuminato e socio fondatore del Lions Club Marsala e della Società Canottieri.
Un fiume in piena, tanti gli episodi e gli aneddoti raccontati durante quella che Rosetta Martinez ha definito una semplice conversazione all’insegna dell’amicizia e del piacere di stare insieme.
Ha iniziato la sua testimonianza di novantaseienne che ha avuto la possibilità e il privilegio di vivere in epoche diverse raccontando quando, nella Marsala ancora ferita dal bombardamento, l’inaugurazione della Società Canottieri e la creazione della squadra di calcio nel 1947 furono tra i primi segni di rinascita e a seguire tanti ricordi: i tempi dell’asilo, la guerra, la sua Balilla, gli studi universitari, le trasformazioni epocali determinate dal progresso. Ha proseguito la sua relazione attenendosi al tema della vecchiaia che rappresenta nell’immaginario collettivo un periodo di declino fisico e mentale vissuto con ansia e preoccupazione e la relatrice ha chiarito subito di non condividere il vecchio aforisma “senectus ipsa morbus est”.
La vecchiaia non è un evento individuale come la malattia e non esistono malattie specifiche della vecchiaia che è un processo universale e fisiologico correlato ad un decadimento delle varie funzioni e una diminuzione dei poteri di difesa pertanto in questa fase della vita è più facile contrarre malattia. Esiste un modo alternativo di vivere la vecchiaia e gestire la paura del tempo che passa, tante le cose che si possono fare per ritardare l’arrivo della vecchiaia: il controllo del sistema cardiovascolare, l’attività fisica, la prevenzione dell’arterosclerosi con stili di vita sani.
La relatrice si è soffermata in particolare sull’importanza di mantenere viva l’attività intellettuale e la vita affettiva invitando tutti ed in particolare i giovani a dedicare un po’ del proprio tempo alle persone anziane che rappresentano una grande risorsa perché custodi di esperienza. Esempio di saggezza e vivacità intellettuale, Rosetta Martinez ha raccontato della quinta giovinezza e di come restare giovani conservando la possibilità e la capacità di sognare, amare e rinnovarsi.
La quinta giovinezza si può paragonare al momento serale di una giornata che ha caratteristiche e colori diversi nel suo scorrere fra l’alba e il tramonto e si può guardare a questa fase della vita con serenità e ottimismo cercando di cogliere quello che di bello e interessante può offrire.
La relatrice ha concluso parlando di musica, natura, mare e sole come antidoti alla vecchiaia.
