LA STORIA DEL SALE NELL’ARTE – di Giovanni Teresi
“I mulini al vento con gli aironi”, olio su tela, opera pittorica di Giovanni Teresi
Chiamato da Omero la sostanza divina, conosciuto dai romani come oro bianco, il sale ha da sempre avuto un ruolo fondamentale, non solo nell’alimentazione, ma anche nei rapporti economici e sociali tra culture e paesi.
Quella del sale è, infatti, una storia legata al commercio, al potere, alle superstizioni e alle religioni che, dal Neolitico fino alla Rivoluzione Industriale, ha attraversato oceani, superato deserti e risalito fiumi per unire Europa, Africa, Cina, Russia e America.
In questo articolo, parleremo della storia del sale, vedendo in che modo queste piccole gemme di cloruro di sodio sono state adoperate dai popoli, nel corso dei secoli.
Conosciuto fin dal Neolitico (10.000 anni fa), il sale inizia la sua storia nel mondo culinario con la comparsa delle prime civiltà stabili che, passando da una vita come cacciatori-raccoglitori ad agricoltori-allevatori, cominciarono a sentire la necessità di proteggere e conservare inalterati cibi e alimenti per lunghi periodi di tempo. E’ proprio in questo modo che il sale fu utilizzato, ancor prima che come condimento, come metodo di conservazione, soprattutto per carne e pesce.
In epoca Romana, l’uso e la richiesta di sale aumentarono esponenzialmente, rendendo necessario un aumento della produzione e del commercio. Fu questo il periodo della realizzazione di nuove vie di comunicazione, tra cui la famosa Via Salaria che collegava l’Adriatico all’Etruria, creando un ponte diretto tra le saline di Ostia e la foce del Tevere.
Da questo momento in poi, il sale rappresenterà oltre che un’ambita merce di scambio, anche uno strumento di potere. A partire dalla tassa-obolo per il passaggio sulle via salarie, passando per la Gabella richiesta da Filippo il Bello, fino alla tassa sull’importazione, abolita in Italia solo nel 1975, l’oro bianco sarà capace di arricchire popoli e scatenare rivoluzioni: basti pensare alla famosa “Marcia del Sale” guidata da Gandhi nel 1930.
E la storia del salenon esclude neppure miti e religioni, dove questo elemento è da sempre considerato fonte di poteri particolari. Il sale fu, infatti, utilizzato nel processo di mummificazione dagli Egizi, come medicina dai Maya o impiegato durante i sacrifici da greci e romani.
Nella religione ebraica, il sale diviene simbolo di gioia e fratellanza, mentre nell’Antico Testamento ricorre in numerose parabole e metafore di Cristo, con il significato di saggezza, incorruttibilità e alleanza. Non a caso nel Vangelo, Gesù raccomanda ai suoi discepoli di allontanare gli uomini dalla corruzione del mondo, divenendo “il sale della terra”.
Sul sale esistono moltissime leggende e superstizioni, legate al folklore e alle tradizioni dei diversi popoli. Molti credono che far cadere il sale in terra possa essere fonte di disgrazia, altri ritengono invece che, in unione con l’olio, possa allontanare le forze maligne.
Pochi sanno, poi, che anche il galateo medievale imponeva regole e abitudini sull’uso corretto del sale: era necessario, infatti, maneggiare il sale con attenzione, avendo cura di non toccarlo mai con le mani, ma al massimo con la punta di un coltello.
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