La gestione integrata dei soggetti affetti da dipendenze patologiche in esecuzione penale al di fuori del carcere, è l’argomento al centro di un accordo condiviso tra il direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, i magistrati che coordinano l’Ufficio di Sorveglianza di Trapani, Simone Alecci e Chiara Pesavento, e la direttrice dell’ Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (ULEPE) di Trapani, Rosanna Provenzano.
Il protocollo operativo “per la gestione integrata dei procedimenti inerenti all’applicazione dell’affidamento in prova in casi particolari ai sensi dell’art. 94 del DPR n. 309/90”, sottoscritto ieri nei locali dell’ULEPE di Trapani, è finalizzato alla condivisione tra i vari Servizi competenti nella gestione dei soggetti affetti da dipendenze patologiche in esecuzione penale al di fuori del carcere, delle buone prassi operative, al fine di assicurare la maggiore uniformità e prevedibilità decisionale da parte della Magistratura di Sorveglianza, a garanzia del cittadino, in un’ottica integrata e multi-agency,
L’ULEPE, che ha il compito di monitorarne l’andamento, e i SER.D, che assicurano il necessario supporto psicologico, collaboreranno per riabilitare persone fragili e in condizioni di vulnerabilità sociale e favorirne il reinserimento in società.
Soddisfazione ha espresso Croce: ”La direzione aziendale dell’Asp di Trapani è impegnata in prima linea sul fronte delle emergenze sociali e delle attività di prevenzione con particolare riferimento alle dipendenze da sostanze stupefacenti, tema al quale abbiamo dedicato una specifica Campagna di comunicazione già avviata in maniera capillare su tutto il territorio provinciale. Inoltre, stiamo già attivando un monitoraggio costante sulla gestione dei casi in esame, per intervenire tempestivamente con eventuali correttivi”.
“Saluto con favore, così come anche il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Palermo dott. Mazzamuto, di cui porto i saluti, l’idea che la Magistratura non debba restare confinata tra le mura del Palazzo di Giustizia, ma deve operare assieme agli altri attori istituzionali e sociali e sapere raccogliere i frutti di un “agire politico”, cioè in stretto rapporto con la comunità e con il territorio”, ha detto Simone Alecci, magistrato coordinatore dell’Ufficio di sorveglianza di Trapani.
Della stessa opinione Chiara Pesavento, che ringrazia per lo sforzo messo in atto dall’Asp e dall’ULEPE, nell’impiego delle proprie risorse umane e operative, a beneficio delle attività della magistratura,
“Si tratta di un nuovo modello di giustizia, che consiste nel fare comunità – ha sottolineato Rosanna Provenzano, direttrice dell’ULEPE – Al di là della difficoltà nella diagnosi, occorre tenere in considerazione anche il sostegno relativo al trattamento, che deve trovare supporto nel territorio, partendo dalla rete istituzionale e dalle associazioni. I servizi per le dipendenze si muovono dentro un territorio specifico che è geografico, ma anche luogo antropologico fatto di storie e di innumerevoli incroci relazionali, una comunità. La comunità reinterpretata dalle istituzioni non è soltanto il luogo in cui si esprime il disagio, ma anche il luogo dove quel particolare disagio può essere fronteggiato, superato, risolto”.