“Il 21 maggio scorso, alla Presentazione del Premio Artista nella Storia, che si è tenuto al Teatro Italia a Roma, ho avuto l’onore di ricevere l’Attestato di Merito Artistico con relativa motivazione critica sulla mia opera scultorea: “Natura morta” dal Maestro Josè Van Roy Dalì, figlio del famoso Salvador Dalì. E’ stata una Cerimonia importante per la storia dell’arte, che ha ospitato artisti nazionali ed internazionali selezionati per il Premio“. Giovanni Teresi
Durante la Presentazione del “Premio Artista nella Storia” 2024, a Giovanni Teresi, scrittore, poeta e artista marsalese, è stato conferito l’Attestato di Merito Artistico per la sua opera scultorea “Natura morta” con il relativo giudizio critico del Maestro Josè Van Roy Dalì, figlio del famoso pittore Salvador Dalì
Alla Cerimonia, organizzata dalla Fondazione Effetto Arte, svoltasi al Teatro Italia a Roma il 21 giugno 2024, sono intervenuti il Presidente della Fondazione Sandro Serradifalco, alcuni membri del comitato scientifico e il Maestro Josè Van Roy Dalì.
La Mostra delle opere selezionate ha avuto un’importante ripercussione nel campo dell’Arte per la bellezza raggiunta e per la grande sensibilità espressiva degli artisti nazionali ed internazionali, impreziosita dal giudizio critico, espresso per ciascun autore, dal figlio del famoso Maestro.
Questa la motivazione critica dell’opera di Teresi: “La composizione di “Natura morta” è attentamente studiata, con una disposizione equilibrata e armoniosa degli elementi che compongono il soggetto. Frutti e foglie sono scolpiti in rilievo su una base di legno, creando un effetto di profondità e volume. L’opera presenta una cesta ricca di vari frutti, tra cui uva, banane, ananas e altri frutti tropicali, disposti in modo da guidare lo sguardo dello spettatore attraverso la composizione. “Natura morta” può essere interpretata come un omaggio alla tradizione della natura morta, un genere che ha affascinato artisti per secoli, ma con una svolta contemporanea e tridimensionale. Teresi trasforma un soggetto tradizionale in un’opera scultorea, aggiungendo una nuova dimensione alla percezione visiva e tattile dello spettatore. Questa reinterpretazione suggerisce una riflessione sulla permanenza e la caducità della bellezza naturale, temi classici della natura morta, ma attraverso una lente moderna”. Josè Van Roy Dalì