Un rapporto di anni e non solo di carattere personale e sentimentale ha legato Matteo Messina Denaro a Lorena Lanceri, una delle donne del boss recentemente condannata in abbreviato a 13 anni e 4 mesi di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo ritiene il gup che ha emesso il verdetto nelle motivazioni della sentenza che sono state depositate. Le “attenzioni” della Lanceri, che insieme al marito Emanuele Bonafede ha provveduto ai bisogni del capomafia, ne ha smistato la corrispondenza e ha vigilato sulla sua sicurezza, hanno consentito al capomafia “di permanere anche fisicamente nel territorio mafioso da lui diretto”, scrive il gup. Il rapporto tra i due risale a molto prima della cattura di Messina Denaro, almeno al 2017, “anno in cui ‘lest’ (uno dei soprannomi dato alla donna dal boss ndr) già appare stabilmente nei rendiconti mensili e annuali di spesa del capo mafia acquisiti durante le indagini, almeno sei anni, arco temporale nel quale egli, grazie al prezioso aiuto della sua rete di protezione, di cui faceva parte la Lanceri è riuscito a perpetrare la sua latitanza continuando ad operare indisturbato sul territorio campobellese quale vertice della consorteria mafiosa”. Condotte che, secondo il gup, “permettono di tracciare e ricostruire quello che è l’apporto tipico del concorrente esterno”.
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