Petrosino – Le incredibili dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore dal sindaco Anastasi sono un ossimoro. Da un lato dice che non arretra di un millimetro e non si dimette perché esistono 3 gradi di giudizio. Poi però emette sentenza di colpevolezza nei nostri confronti e prova ad intimidirci imponendo il silenzio. Così, solo perché lo dice lui! Un’idea tutta sua della giustizia e della democrazia. La verità è ben altra, come dichiarato a suo tempo dai revisori dei conti che hanno scritto nero su bianco che è stato dichiarato il dissesto per inerzia e per non aver mai presentato documentazione adeguata a supporto dei numeri sballati che hanno dichiarato. Omissione gravissima, confermata appena qualche giorno fa anche dai commissari liquidatori che parlano di gestione disordinata del dissesto e di pesanti responsabilità amministrative, contabili ed erariali. Non ci si rende completamente conto della gravità della situazione, non capisce che un suo consigliere comunale ha subito la condanna a 15 anni di reclusione per voto di scambio politico mafioso e che ci sono ulteriori vicende ancora aperte. Non gli è affatto chiaro che oltre alle responsabilità giudiziarie esistono ragioni politiche ed etiche che dovrebbero semplicemente imporgli di mantenere fede alle sue stesse parole quando, poche ore dopo gli arresti, dichiarò che si sarebbe dimesso immediatamente qualora fosse stato accertato un inquinamento del voto. Ora si è rimangiato tutto. A questo punto la misura è colma. Avvieremo azione legale nelle sedi opportune e chiediamo con forza l’intervento del Prefetto perché prenda provvedimenti a tutela della legalità. Questo sindaco e questa amministrazione non hanno più motivo di rimanere in carica, sia per il totale inattivismo e sia per il clima pesantissimo che sta compromettendo la vita democratica di Petrosino. Ma, soprattutto, per le varie vicende giudiziarie che, direttamente o indirettamente, coinvolgono diversi soggetti protagonisti delle ultime elezioni comunali o che operano nel palazzo comunale. Del resto ci sono stati comuni italiani che sono stati sciolti per molto meno. Ora basta, se non vogliono dimettersi é tempo di mandarli a casa con la forza della legalità!
Federica Cappello
Luca Facciolo
Gaspare Giacalone
Rocco Ingianni
Francesco Zichittella
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