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Ecco come l’industria automobilistica si prepara alle scandenze del 2030

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Le recenti ondate di freddo in Europa hanno dimostrato che implementare le funzionalità delle auto elettriche è complicato, sebbene sia l’opzione migliore per spostarsi in città o per brevi tragitti.

 

Anche se il riscaldamento va al minimo o abbiamo il riscaldamento del sedile acceso, che non consuma la batteria, le condizioni meteorologiche influiscono non solo sulla batteria, ma anche su tutti i sistemi elettronici, come ad esempio il TCS, l’ABS o l’impianto frenante. Su Ovoko ad esempio puoi trovare tantissimi pezzi di ricambio originali qualora la tua auto dovesse avere bisogno di alcune migliorie.

 

Quando la temperatura non supera i tre gradi o scende sotto lo zero, l’autonomia cala drasticamente durante il viaggio e questo significa che bisogna cambiare piano perché non ci sono abbastanza caricatori lungo le strade europee e quei pochi di cui si può usufruire in Italia sono ancora estremamente lenti. La stessa cosa avviene per le ondate di caldo, che impongono l’utilizzo dell’aria condizionata.

 

Agenda 2030

Da tempo l’agenda dell’UE e degli altri player mondiali ha fissato la totale decarbonizzazione del mercato dell’auto entro il 2035. Ciò significa che tra circa sette anni non si venderanno più auto a benzina e che entro il 2050 nei musei ci saranno solo auto a benzina.

 

Svalutare la benzina ed eliminarla completamente dal mercato probabilmente non era il piano migliore. Le aziende automobilistiche non hanno tardato ad affiancare ai modelli elettrici anche veicoli plug-in di grossa cilindrata, seppur con un’autonomia di poco superiore ai 500 chilometri. Le tasse su questi tipi di auto sono quasi nulle, perché non inquinano. e questo ha portato marchi e clienti a scommettere su questi modelli.

 

L’esperienza di guida di un’elettrica è diversa da quella di una benzina o diesel. Le auto “tradizionali” hanno fino a 800 chilometri di autonomia e non soffrono di particolari problematiche in condizioni meterologiche avverse.

 

Inoltre il rifornimento dura pochissimi minuti, a differenza dei veicoli elettrici che possono metterci parecchie ore per completare il ciclo di ricarica. Le auto elettriche risentono maggiormente, soprattutto per quanto riguarda l’autonomia, di fattori come velocità, carico o utilizzo degli accessori interni.

 

La velocità è un altro handicap

 

I motori termici sviluppano velocità elevate, fino a 300 km/h che in alcune strade europee permettono di sprigionare tutta la potenza del veicolo ed avere un’esperienza di guida unica.

 

Acquistare un’auto elettrica da 60.000 o 70.000 euro e vedere che la sua velocità è limitata a 160 km/h nella maggior parte dei modelli è qualcosa che ancora non interiorizziamo bene. A nessuno piace avere un’auto costosa che “va piano” rispetto a una a benzina, anche se poi rispettiamo i limiti di velocità imposti. Ma questa, come tante altre cose, è una questione di abitudine e che “vale la pena cambiare” come assicurano molti automobilisti elettrici.

Nuovi veicoli ad idrogeno

Anche l’idrogeno e gli altri carburanti di recente sviluppo nel settore automotive non metteranno fine all’auto elettrica perché hanno ancora un lunghissimo processo da affrontare per essere competitivi e funzionali sul mercato globale.

 

La coesistenza tra auto non inquinanti e auto a benzina e diesel è il futuro dell’industria automobilistica. Non eliminerebbe l’impronta di carbonio, ma la abbasserebbe insieme ad altri tipi di trasporto ed eviterebbe ulteriore inquinamento causato dalla produzione di batterie, riciclo, punti di ricarica e altre cose folli che iniziano a essere pensate per soddisfare le scadenze imposte dalla Comunità Europea.

 

L’ascesa delle automobili ibride

Le auto ibride sono la soluzione per molte famiglie che hanno bisogno di un’auto elettrica o perché vogliono prendersi cura del pianeta e, d’altra parte, perché devono fare lunghi viaggi senza dover spendere un’ora per ricaricare o 20 minuti a una velocità che gli farà rovinare la batteria in due anni.

 

Il mercato dovrebbe considerare la fine drastica delle auto termiche e scommettere sulla convivenza tra i modelli “tradizionali” e quelli di nuova concezione. Una soluizione sarebbe ad esempio dotare alcuni modelli di motori meno inquinanti e continuare a scommettere sulla riduzione delle emissioni di diesel e benzina con soluzioni alternative, come l’utilizzo di additivi ad alte performance.

 

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