Antimafia e Cosanostra

Messina Denaro: “Su di me vengono raccontate balle”. Resta in carcere il geometra Andrea Bonafede

Leggi l'articolo completo

MESSINA DENARO: “SU DI ME VENGONO RACCONTATE BALLE. È TUTTO FRUTTO DI FRAINTENDIMENTI”

“Sono incazzato, per le notizie che apprendo nei telegiornali”. E’ quanto avrebbe riferito il boss Matteo Messina Denaro a fonti sanitarie e penitenziarie all’interno del carcere di massima sicurezza dell’Aquila dove è detenuto in 41bis. Il boss sottolinea che sul suo conto “vengono raccontate balle, ed è tutto frutto di fraintendimenti”. Messina Denaro contrariamente ai primi giorni di reclusione ora guarda con attenzione la televisione.

RESTA IN CARCERE ANDREA BONAFEDE, RESPINTO RICORSO – E’ L’UOMO CHE HA PRESTATO LA SUA IDENTITÀ AL BOSS MESSINA DENARO

Resta in carcere con l’accusa di associazione mafiosa e procurata inosservanza di pena aggravata il geometra Andrea Bonafede che ha prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro e ha acquistato per suo conto la casa in cui il padrino ha trascorso gli ultimi mesi della latitanza. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che ha respinto il ricorso contro la misura cautelare presentato dal legale dell’indagato.

L’accusa era rappresentata dal pm Piero Padova. Il suo legale aveva sostenuto davanti ai giudici che Bonafede avrebbe assecondato le richieste del capomafia per paura, ma ha negato che il boss abbia esplicitamente minacciato il suo assistito.

Una sorte di timore reverenziale, dunque, che derivava dal rilievo criminale del boss. L’avvocato ha raccontato inoltre che il geometra e il padrino si conoscevano da ragazzi e si sarebbero rivisti due anni fa. Casualmente, allora, Messina Denaro avrebbe chiesto aiuto a Bonafede che, dunque, non nega di avere sempre saputo chi era il suo interlocutore.

Il legale ha inoltre detto che il capomafia, ormai certo di avere i giorni contati, si muoveva con una certa libertà in paese e che, sapendo di essere gravemente malato, aveva ridotto il livello di cautela sempre avuto. Argomentazioni che, secondo il pm Piero Padova sarebbero illogiche .

Da cosa sarebbe derivato il timore visto che non c’erano state minacce esplicite? – ha replicato – e soprattutto visto che il latitante ormai certo di morire non era più, a dire dello stesso legale, il padrino di un tempo. Inoltre lo stato di necessità, per l’accusa, mal si concilia con una condizione che si è protratta per due anni.

Leggi l'articolo completo

Recent Posts

  • Post Formats

Frullatore per fare ottimi frullati

Scopri come scegliere il frullatore perfetto per realizzare frullati deliziosi, sani e nutrienti. Dai modelli…

13 minuti ago
  • Iniziative

Petrosino, alla Nosengo si “fa rumore” contro la violenza sulle donne

Incontro “facciamo rumore: contro la violenza sulle donne” Petrosino - Alla Nosengo si “fa rumore”…

1 ora ago
  • Scuola

La Polizia incontra gli studenti dell’Istituto Statale D’Istruzione Secondaria Superiore Ruggiero D’Altavilla

Mazara del Vallo - La polizia di Stato rinnova il suo impegno a prevenire e…

2 ore ago
  • NOTIZIE DEL GIORNO

Successo di pubblico per la X edizione della Sagra della Pecora a Santa Ninfa

Successo a Santa Ninfa per la X edizione della Sagra della Pecora. Migliaia di persone,…

4 ore ago
  • Cronaca Provincia

Conclusa l’operazione complessa “Calypso”: sequestrati 960 kg di prodotti ittici irregolari

Nel Compartimento Marittimo di Trapani Anche nell’ambito del Compartimento Marittimo di Trapani inclusi gli uffici…

9 ore ago
  • IN PRIMO PIANO

Marsala, IMU 2025: la Giunta Grillo conferma le aliquote

Marsala - "Una decisione orientata alla stabilità fiscale e alla tutela delle categorie più deboli,…

10 ore ago