Toccante visita istituzionale oggi pomeriggio per il Mazara Calcio che al Palazzo Vescovile è stato ricevuto dal nuovo Vescovo di Mazara del Vallo, Monsignor Angelo Giurdanella. Un incontro attraverso il quale la squadra e la società canarina hanno voluto rendere visita al nuovo Vescovo, omaggiandolo di una sciarpa gialloblù e del gagliardetto del Mazara.
Ad aprire l’incontro è stato il presidente onorario e medico sociale, Dott. Franco Scaturro:
“Sono molto contento di questo incontro, come lo sono anche i ragazzi. Essere ricevuti dal Vescovo è sempre un piacere. Voglio sottolineare che Lei è entrato nel cuore di tutti i mazaresi. In città si è risvegliata una certa passione. Siamo stati accolti da Lei con grande umiltà: dovevamo essere noi a venire incontro a Lei e invece è stato Lei a venire incontro ai nostri giocatori e ad accoglierci. Questo è un gesto di grande umiltà e grande umanità. La nostra è una squadra ben amalgamata, composta da bravi ragazzi, educati e che rispettano le regole. La nostra è una squadra multietnica: noi abbiamo sposato il colore diverso della nostra pelle, da noi siamo tutti fratelli. C’è grande rispetto verso loro così come loro lo hanno verso di noi. Abbiamo accolto tutti come figli, questo è un aspetto che non si può trascurare in un momento molto delicato, dove si fa un grande chiacchierare su extracomunitari e immigrati. Siamo molto contenti di essere venuti da Lei ed è un piacere avere a che fare con un Vescovo calciofilo. Vorremmo avere la possibilità, compatibilmente con i suoi impegni, di accoglierLa nel nostro stadio, ma anche all’interno dello spogliatoio. Sentire vicine la religione, la fede e la passione è una cosa molto bella. Il calcio, per come lo concepiamo noi, significa anche allontanare dalle devianze tanti giovani. La cosa più bella è vederli crescere con lo sport e in grande salute con la loro anima e con lo spirito di fede che tutti mantengono”.
Toccanti e cariche di valori le parole rivolte ai nostri ragazzi da Monsignor Giurdanella, che ha anche sottolineato la sua passione per il calcio:
“Sono benevolmente sorpreso. In genere incontro uffici della Curia o le parrocchie. Ricevere questo invito è stata una sorpresa. Sono qui da pochi giorni e mi sto ancora ambientando. Vi ringrazio per l’accoglienza calorosa, non me lo sarei mai aspettato. La vostra presenza qui è una cosa a me graditissima. A me piace tanto lo sport, anche se non ne ho praticato tanto. Sono un tifoso e amo lo sport.
Ho sempre ritenuto che un atleta debba avere due grandi virtù, l’umiltà e la tenacia. Soltanto una persona umile infatti riesce a fare progressi. Bisogna accettare le correzioni dell’allenatore per crescere, se si vuole crescere. Un allenatore bravo dedica tempo ai ragazzi, per permettere loro di tirar fuori il talento. Bisogna guardare oltre i piccoli risultati. La tenacia è altrettanto fondamentale, non bisogna mai arrendersi davanti alle difficoltà di qualsiasi genere. E questo vale nello sport e nella vita. La tenacia permette di andare avanti, di crederci. Umiltà e tenacia creano un grande equilibrio nella persona e nell’atleta. Gli sportivi, come i musicisti, esprimono l’arte del vivere bene, la bellezza della vita e un grande equilibrio.
I giovani devono imparare a coniugare studio e sport, successo e insuccesso. Le vittorie regalano sensazioni difficilmente descrivibili, ma anche le sconfitte dànno la possibilità di riflettere e vedere dove si sbaglia e da dove si può ripartire. Una persona che non sa accettare la sconfitta sceglie la strada dell’illusione, si illude che nella vita si può sempre vincere. Io apprezzo molto il lavoro che voi fate. Non dovete mai recusare la fatica, per avere successo nella vita bisogna faticare, fare sacrifici. Soltanto con la fatica si possono raggiungere le soddisfazioni. E quando si vince, la vittoria è di tutti, di tutta la squadra ma anche della dirigenza.
Gli allenatori sono anzitutto degli educatori. Educano l’essere umano che è in noi e tirano fuori le doti, il talento che sta dentro di noi. Lo sport crea armonia, crea relazioni. E non bisogna mai dimenticare, ragazzi, che un gesto fatto da voi ha grandi conseguenze. Una parola detta bene o una detta male non sono la stessa cosa. Voi per tanti ragazzini siete dei modelli a cui ispirarsi. Per cui se avete un comportamento sbagliato ha un tipo di conseguenza. Se fate un gesto buono, ha altre conseguenze. C’è una vita buona da intraprendere, il rispetto dell’altro, la lealtà, il vivere e lavorare insieme per crescere sono tutte cose che rendono bella la strada che avete intrapreso”.