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lunedì, 25 Novembre 2024

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Pantelleria, il sindaco Campo: “Un altro incendio mette a dura prova l’isola”

"Ma in tanti hanno lavorato per limitare i danni e meritano il nostro ringraziamento". E anche stavolta la ferita è inflitta al territorio, alla popolazione, agli ospiti, senza alcun rispetto...

Pantelleria – I due incendi che hanno colpito Pantelleria nella costa orientale l’altro ieri hanno messo di nuovo a dura prova l’isola, che ancora sta cercando di curare le ferite del 2016. Un incendio, quello, ricordiamolo, ancora senza colpevoli. E anche stavolta la ferita è inflitta al territorio, alla popolazione, agli ospiti, senza alcun rispetto dell’isola, dell’ambiente, delle vite.

È solo grazie all’impegno impagabile di tanti, cominciando dal lavoro infaticabile dei Vigili del Fuoco che hanno impiegato tutti gli uomini e i mezzi a disposizione per un giorno e mezzo senza risparmiarsi, rimanendo fino a tutto ieri a vigilare e tenere sotto controllo gli ultimi focolai, che non si sono avute conseguenze ancora più terribili.

Un grazie enorme va anche al lavoro prezioso dei volontari della Protezione Civile, che hanno collabo-rato e coadiuvato i Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa che prontamente è corsa a controllare i più anziani che a Gadir non hanno voluto lasciare le loro case, l’Ufficio Tecnico del Comune e il Geom. Gambino che ha subito messo a disposizione le autobotti suppletive per garantire l’acqua ai VVFF, il Corpo Forestale, la Capitaneria di Porto che via mare ha fatto evacuare 30 persone da Cala Gadir, i Carabinieri verdi e i Carabinieri che hanno assicurato i varchi per la notte e la polizia Municipale che è entrata in azione ieri mattina, in specie dopo l’incendio scoppiato a Bue Marino.

E abbiamo visto i panteschi e numerosi ospiti aiutare, darsi da fare, dare conforto a chi era rimasto colpito dall’incendio e a chi aveva dovuto evacuare di corsa le proprie abitazioni, in una gara di solidarietà ed empatia che ci rende orgogliosi di questa comunità e della forza con cui affronta l’ennesima ferita, l’ennesimo colpo inferto all’isola da vigliacchi infami.

Questa esperienza, così come quelle che abbiamo dovuto affrontare in questi tre anni, la pandemia, la tromba d’aria, le alluvioni e ora un altro brutto incendio, ci devono insegnare non solo a resistere e reagire, ma ad amare e rispettare la terra su cui viviamo.

Bisogna ripartire dalla coltivazione e la cura della terra, come facevano i nostri padri e nonni, perché una terra curata è più difficilmente attaccabile, senza lasciare tanti terreni lasciati incolti e abbandonati.

E ogni atto che deturpa questa terra, discariche abusive, sversamenti, incendi, deve insegnarci che bisogna denunciare. L’omertà è complice di questi disastri e ne chiama altri, e questa ‘copertura’, una comunità che tiene al proprio territorio e alla salvaguardia dei propri figli, non la deve permettere.

Adesso è importante che agli enti territoriali che sono stati protagonisti di queste giornate, si coordinino in un tavolo permanente che permetta di chiarire compiti, competenze e formazione per essere preparati e coordinati a qualsiasi altro tipo di emergenza.

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