Mazara del Vallo – È dedicato all’ascolto il nuovo Piano pastorale 2022-2023, i cui orientamenti sono stati illustrati ieri sera dal Vescovo monsignor Domenico Mogavero, in occasione dei Vespri dedicati a San Vito, patrono di Mazara del Vallo. La celebrazione si è svolta sul sagrato del Santuario a mare dedicato a San Vito martire.
«L’ascolto come modalità che, attraverso lo sguardo e il silenzio, si lascia “provocare e ferire dalle domande” che vengono poste alla comunità ecclesiale e che “ci espone come Chiesa, quasi ci disarma”», ha detto il Vescovo riprendendo il cammino sinodale promosso da Papa Francesco e che quest’anno vivrà il suo secondo anno. Un cammino contrassegnato da «incertezze e lacune nell’anno appena concluso come evidenziato dalla relazione redatta dal gruppo sinodale», ha detto ancora il Vescovo.
«L’ascolto ha nell’incontro dei volti una componente essenziale», ha ribadito monsignor Mogavero, pronto a dire ai presbiteri di superare «il distacco e lo scetticismo e di non rimanere assenti se si sentono estranei al cammino». Il Vescovo, nel presentare gli orientamenti del Piano (che sarà definito nelle prossime settimane non appena recepite le indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana come ricadute delle riflessioni dei Vescovi) ha evidenziato le priorità da assecondare in questo nuovo anno pastorale che verrà.
Dunque, ripartire dalla relazione sinodale, «rompere il silenzio di tanta parte delle nostre comunità, rimettendosi in ascolto di chi è rimasto ai margini e accogliendo le differenze», e poi rimettere al centro gli organismi di partecipazione parrocchiali e diocesani per creare relazioni positive all’interno delle comunità parrocchiali e diocesana: «Non possiamo più tollerale che non esistono i consigli pastorali parrocchiali o, laddove esistono, spesso sono di facciata», ha detto il Vescovo. Monsignor Mogavero, tra le priorità, ha evidenziato la necessità di avviare nelle case gruppi sinodali di ascolto, vitalizzare l’esperienza liturgica, con particolare attenzione all’omelia, avviare riflessione e discernimento circa la pietà popolare, aprire lo sguardo della Chiesa locale al Mediterraneo e in particolare alle Chiese del Maghreb.
E poi i giovani: «Non li abbiamo più nelle nostre parrocchie, eppure nei paesi ci sono – ha ammesso il Vescovo – non interessa loro cosa noi facciamo e cosa noi diciamo. Quindi dobbiamo capire quali sono le loro attese, i problemi che vivono, le possibili scelte vocazionali». Tra le priorità anche il protagonismo e la corresponsabilità delle donne, l’evangelizzazione e formazione per una fede adulta e, infine, la comunicazione e i linguaggi. [Max Firreri]