Marsala – Un ritorno alla vita, composto, partecipato, emozionante e vivo, reale, tangibile, desiderato. La sacra rappresentazione del giovedì santo ha segnato un ritorno alla vita di comunità e proprio la comunità è stata la protagonista. Decine di attori, figuranti, parlanti e non, hanno animato il cordone umano in costume che racconta gli ultimi giorni della vita di Gesù. A FINE ARTICOLO TUTTE LE FOTO
Una tradizione che a Marsala affonda le sue radici nella dominazione spagnola e risale al Seicento, ma che si muove attraverso i secoli grazie ad un misto di fede religiosa, tradizione e una grande forza di volontà da parte di un gruppo nutrito di persone che si raccoglie attorno alla parrocchia di Sant’Anna retta da qualche anno da don Giacomo Marino.
Per due anni la “Processione” non è potuta “uscire” a causa della pandemia, ma quest’anno, dopo un primo diniego, durante i mesi con maggior numero di contagi – la sacra rappresentazione è stata autorizzata e il giovedì santo 2022 è stato di nuovo – e finalmente – animato dalle parole, dalle scene, dai quadri viventi che sono tanto cari a tutti i marsalesi, ma che attirano qui anche numerosi turisti italiani e stranieri.
Giovedì pomeriggio Marsala è stata viva, vitale, i locali pieni, la gente per le strade, pur senza calca, né nervosismo, ma con la gioia e la serenità di chi si riaffaccia alla socialità dopo due anni e più di isolamento forzato. Le interpretazioni dei partecipanti sono state pregevoli e soprattutto estremamente armoniose.
La Processione – la cui direzione artistica è stata di Massimo Licari e ha contato sui commissari Liliana Amato e Manfredo Spadaro e con la presenza dell’amministrazione comunale – è stata commovente e ha creato un religioso silenzio ad ogni quadro. Ha “suonato” come una preghiera collettiva, in cui attori e spettatori sono stati uniti dal desiderio di “guarire” da questo tempo oscuro.
Emozionante l’ultima cena che ha visto tutti i partecipanti e gli spettatori tutti visibilmente commossi, come se la scena si aprisse alla gente e tutti partecipassero a quella che diverrà la celebrazione Eucaristica. Applausi per il dialogo tra Claudia (Luana Rondinelli) e Pilato (Demetrio Rizzo) e occhi lucidi per la flagellazione di Gesù e grande, grande empatia per questo Sacrificio (il gruppo della Croce è stato curato da Claudio Amato) che oggi più che mai riporta alla memoria e dentro al cuore l’assurdità della violenza e del male fratricida, come quello che adesso si verifica in Ucraina.
Questa settimana Santa rappresenta un’esigenza di Resurrezione, di pace vera e di fine della sofferenza e del dolore. Pilato lo aveva capito che gli scribi volevano far male a Gesù per invidia. Eppure non ha avuto la forza di fare il bene. Si è appellato alla legge, ha agito secondo la legge, ma non secondo la giustizia suprema che qui parla con la voce di Claudia che in sogno ha visto tutto: “l’uomo circondato di luce”.
Sono stati anni bui e ancora ora. Questa guerra nel cuore dell’Europa e i toni aspri da parte dei leader da più parte del mondo, oscurano anche la primavera che procede nonostante l’idiozia umana sia espressione di invidia e pochezza. E in questa miseria di valori e di lungimiranza la gente muore, la flagellazione continua, la crocifissione non è lontana, il dolore… lancinante lacera ancora le membra degli innocenti.
La Resurrezione deve essere vera, altrimenti tutto sarà stato inutile.
È la promessa che si fa verità e abbiamo tanto tanto bisogno di verità.
Chiara Putaggio