Il marsalese Giovanni Di Girolamo ha collaborato al voluminoso e attento saggio curato dal giornalista Francesco Bigazzi, uno dei massimi esperti italiani dell’Europa dell’Est, già capo dell’ufficio ANSA in Russia, e corrispondente del quotidiano “Il Giorno” e del settimanale “Panorama” per l’Europa dell’Est.
Il libro, edito da Libreria Editrice Goriziana, ricostruisce la storia delle vittime italiane delle repressioni staliniane, le peripezie vissute dagli emigrati italiani che, attratti dal mito del Primo Stato dei Soviet, finirono per essere deportati nei gulag.
Il volume è arricchito da specifici contributi di autorevoli studiosi.
Dario Fertilio, scrittore e giornalista, segue gli “Italiani nel sistema concentrazionario sovietico”. L’ex deputato Ugo Intini svela “L’imbarazzo del Pci e le reticenze mai superate”; per la prima volta Aldo G. Ricci, storico ed ex-sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato, denuncia “Come Mussolini sorvegliava l’emigrazione politica”. Elena Parkhomenko stupisce con la scoperta di “Le spie del PCI nel PSI e nella concentrazione antifascista a Parigi”.
L’intervento del giornalista e conduttore radiofonico Stefano Mensurati è indispensabile per svelare aspetti inediti nel dramma degli “Italiani di Crimea”, mentre Giovanni Di Girolamo spiega l’ecatombe dei soldati dell’Armir.
Padre Fiorenzo Reati, già professore di filosofia presso l’università di San Pietroburgo e membro della commissione teologica europea cattolica-ortodossa, racconta “La persecuzione del clero cattolico in URSS”. Infine, il monito di Anatoli Razumov, direttore del Centro nomi restituiti di San Pietroburgo, che dà un nome alle vittime delle repressioni ne “Il cimitero Memorial Levashovo di San Pietroburgo: proibito dimenticare”.
Relativamente al dramma vissuto dai soldati italiani in Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, ricordiamo il recentissimo volume “Armir – Il Ritorno dall’Oblio” degli autori Enia Accettura, Cristiano Maggi e Giovanni Di Girolamo. Il volume raccoglie i memoriali di trentaquattro soldati italiani, i fatti accaduti e i preziosi ricordi dei familiari, nonché i sorprendenti risultati delle laboriose ricerche effettuate dal gruppo coordinato da Accettura e Maggi.
“Ringrazio Francesco Bigazzi e Stefano Mensurati del graditissimo invito a partecipare a questo interessante progetto di ricerca, dove ho cercato di far conoscere la storia dei soldati italiani fatti prigionieri dall’Armata Rossa e deportati nei gulag”, precisa Di Girolamo, “Una storia che ancora oggi molte famiglie faticano a dimenticare e di cui serbano un amaro e malinconico ricordo. Secondo i dati ufficiali nei gulag trovarono la morte circa 40 mila italiani, senza contare i soldati deceduti nel corso del tragitto dal luogo di cattura ai campi di prigionia o all’interno degli stessi, prima che le loro generalità fossero registrate. Fra essi centotrentadue cittadini marsalesi, inghiottiti per sempre dalla steppa”.
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