L’Inter trionfa all’Anfield, ma è fuori dalla Champions

Il calcio, si sa, è lo sport che più di tutti mette alla prova le emozioni (e i nervi) dei tifosi. L’Inter, in particolare, ne sa qualcosa di emozioni forti, e non si è smentita neanche lo scorso 8 marzo. La squadra milanese ha infatti battuto il Liverpool all’Anfield nel ritorno degli ottavi di finale della Champions League, interrompendo un lungo anno di vittorie casalinghe dei Reds. Ma l’1-0 firmato da Lautaro Martinez non è bastato a ribaltare la doppietta subita allo stadio Meazza nel match di andata. E così, come da quote Champions, per l’Inter è arrivata ancora una volta l’uscita dal prestigioso torneo internazionale. L’ultima partecipazione agli ottavi della squadra nerazzurra risale alla stagione 2011/12, che anche in quel caso si concluse con un’eliminazione, ma da parte del Marsiglia. Per i tifosi interisti è forse meglio ricordare lo scudetto vinto l’anno scorso con quattro giornate d’anticipo, anche se festeggiato alla bell’e meglio in mezzo ai divieti del coronavirus.

Un inizio difficile

Nonostante un buon avvio di partita da parte dell’Inter, che prova a rendersi pericoloso con Perisic, durante il primo tempo è il Liverpool che sembra avvicinarsi di più al gol con una traversa di Matip al 31′. Ma al 41′ arriva un’occasione anche per l’Inter: dopo il fallo di Diogo Jota su Skriniar, Calhanoglu calcia una punizione velenosa che viene però prontamente respinta da Alisson. La chiusura della prima metà di gioco arriva dopo quasi sette minuti di recupero, scanditi da un infido destro di Arnold che arriva a sfiorare il palo. L’inizio del secondo tempo vede un altro legno per la squadra inglese: Handanovic è in anticipo su Diogo Jota e Salah calcia a botta sicura, ma finisce per concludere in un palo clamoroso, già il secondo per i Reds.

La ripresa dell’Inter

Siamo arrivati al 61′, dopo un primo tempo che nel complesso vede l’equilibrio fra le due squadre e frequenti interruzioni delle azioni avversarie a colpi di fuorigioco. A seguito di un fatale errore di Matip e di un immacolato recupero palla, Lautaro Martinez firma una conclusione straordinaria, che finisce dritta sotto l’incrocio dei pali: questa volta, per Alisson non c’è nessuna speranza. Il tanto sospirato gol (il primo in assoluto dell’Inter ad Anfield) risolleva, anche se per poco, gli animi dei tifosi nerazzurri.

L’espulsione di Sanchez

La gioia della squadra milanese ha infatti vita breve: immediatamente dopo il gol che riapre la partita, al 63′ le speranze di doppietta dei tifosi interisti subiscono una batosta decisiva. Alexis Sanchez, infatti, tocca il malleolo di Fabinho in un intervento fortemente dibattuto, che però in fase di gioco gli costa la seconda, fatale ammonizione: per l’attaccante nerazzurro arriva il cartellino rosso, e dunque la fine del match. Da qui in poi, l’inferiorità numerica dell’Inter si fa sentire e segna le sorti della partita. E dato che le disgrazie non arrivano mai da sole, Brozovic, che sta giocando con un affaticamento al polpaccio, capisce che non ce la fa a continuare e al 75′ si rende imperativa la sostituzione (stessa sorte subita da De Vrij alla fine del primo tempo). A questo punto, il Liverpool cerca di approfittare dell’inferiorità numerica e degli infortuni della squadra avversaria e riparte all’attacco dopo pochi minuti, con Salah che calcia di prima su un perfetto assist di Mané. Ma non c’è proprio niente da fare: è il terzo e ultimo palo per la squadra di Klopp.

Un’amara vittoria

I giochi sembrano ormai fatti quando, al 92′, il clamoroso salvataggio in scivolata di Vidal su Luis Diaz manda la palla sopra la traversa e mette così in salvo il vantaggio dell’Inter. Un’azione conclusiva che riassume il match nerazzurro in un’istantanea perfetta: un deciso rifiuto di subire gol e la volontà fortissima di chiudere il gioco con una vittoria. Una vittoria che c’è, quella all’Anfield, ed è anche a testa alta, ma con un retrogusto decisamente amaro: anche quest’anno il grande sogno della Champions League si chiude agli ottavi di finale. Nulla di nuovo per i tifosi dell’Inter che, nonostante i proverbiali alti e bassi della loro squadra, più di tanti altri hanno imparato a crederci e non mollare fino alla fine.