“Il tempo che stiamo vivendo è emergenziale, con una crisi sociale economica esistenziale che sta limitando, offuscandola, la visione del futuro dei nostri territori. E allora oggi più che mai è necessario che tutte le forze in campo, istituzioni, parti sociali, datoriali, lavorino insieme per un Patto per la rinascita a Palermo e Trapani. Perché solo insieme possiamo avviare la svolta necessaria”.
Ha lanciato così un appello alla sinergia, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana nel corso della sua relazione in apertura del III congresso provinciale che si svolge oggi e domani al Saracen di Isola delle Femmine. Oltre 200 sono i delegati in rappresentanza di tutte le categorie professionali delle 18 Federazioni della Cisl, ma anche dei servizi e delle associazioni, che partecipano alla due giorni congressuale alla presenza del segretario generale Cisl nazionale Luigi Sbarra e del segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio.
Domani le conclusioni al dibattito del segretario nazionale Sbarra e l’elezione della Segreteria. In apertura, il sindacato ha dedicato un momento in memoria delle vittime dei femminicidi, degli incidenti sul lavoro e del personale sanitario morto nella battaglia contro la pandemia, alle vittime dell’immigrazione, agli eroi di mafia e a tutti i dirigenti della Cisl territoriale che sono morti negli ultimi anni. Nella relazione del segretario La Piana il punto sulla crisi dei territori di Palermo e Trapani.
L’analisi della situazione
Dalle rilevazioni prodotte dai Centri di distribuzione della Caritas di Palermo, nel 2021 risultano assistite circa 15 mila famiglie (11.500 famiglie nel tessuto urbano e 3.800 nelle zone limitrofe) per un totale di 45.500 persone (34.038 persone nella zona urbana e 11.496 extraurbana). A Trapani sono 10 mila le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto della Caritas locale. La pandemia ha influito fortemente sull’aumento dei trattamenti di integrazione salariale come cig, cigo e fondi Covid, nel complesso a Palermo sono state oltre 30 mila le pratiche autorizzate dall’Inps, a Trapani quasi 12 mila. E’ aumentata la povertà non solo economica ma anche alimentare, educativa, sociale. E’ cresciuto l’indice di povertà assoluta tra gli occupati dal 5,5 % al 7,3% e c’è una percentuale molto alta, tra il 30 e 40%, che ha un reddito inferiore al 50 per cento della media nazionale. Le persone in cerca di occupazione a Palermo superano le 60 mila, a Trapani le 25 mila, il tasso di disoccupazione a Palermo è superiore al 15 del 17 a Trapani e 30% con punte che sfiorano il 40 per cento per quello giovanile molto superiore al dato nazionale. “C’è un disagio abitativo crescente con molte famiglie non più in grado di pagare l’affitto per morosità incolpevole considerata la perdita del posto di lavoro; è aumentata la solitudine che non è più solo degli anziani ma di tutti coloro, compresi gli immigrati, che hanno difficoltà ad orientarsi tra i pochi e spesso inefficienti servizi offerti dalle amministrazioni; sono aumentate le problematiche di natura psicologica specie negli adolescenti e nei giovani con un impatto pesante sul loro futuro ma anche sulle famiglie; decresce la natalità e si svuotano le città e anche i piccoli comuni come conseguenza di servizi alla persona e alla famiglia non in linea con i tanti bisogni; cresce la disoccupazione giovanile con punte che sfiorano il 40 per cento e aumentano i NEET (Not in Education, Employment or Training)” ha spiegato La Piana. Sul versante delle imprese, secondo i dati di Unioncamere si registra una crescita (iscrizioni 5.006, cessazioni 2.991, saldo +2.015); cosi come seppure in misura inferiore Trapani di +1,61%. Ma i problemi non mancano. “Molte imprese – ha affermato La Piana – lamentano la carenza di figure professionali adeguate rispetto alle loro esigenze e spesso sono costrette a cercarle altrove, frutto di uno scollamento tra sistema di istruzione, formazione professionale e lavoro. Insomma si forma per quel si sa fare e non per quello che serve”. Palermo e Trapani sono agli ultimi posti per l’indice di qualità della vita, “e tutto a causa della condizione dei servizi, la viabilità i trasporti, i temi connessi ai rischi di tipo idrogeologico e la precaria situazione delle nostre aree interne. I nostri comuni vivono situazioni economico/finanziare precarie, molti in stato di predissesto con conseguenze allarmanti sui servizi per i cittadini ma anche per i lavoratori degli enti stessi o delle partecipate; in questi ultimi giorni il piano lacrime e sangue su Palermo ne è la plastica dimostrazione”. Pochissimi bambini e bambine usufruiscono di asili nido o servizi integrativi dell’infanzia; il tempo pieno nelle scuole una pura chimera (nel 2021 6,3% Palermo e 8,8% a Trapani); è cresciuta la dispersione scolastica per effetto della DAD ma anche come conseguenza della crescente povertà cognitiva. A preoccupare il sindacato poi, è la piaga degli infortuni sul lavoro, che restano un fenomeno in costante aumento. Sessantadue sono state le vite spezzate in tutta la Sicilia lo scorso anno a causa degli incidenti sul lavoro. Lavoratori che non hanno più fatto ritorno a casa. Tredici gli episodi mortali a Palermo e 4 a Trapani. Restano altissimi i numeri anche sugli infortuni, oltre 21 mila in Sicilia, oltre 5 mila a Palermo e quasi 2 mila a Trapani.
Le proposte
“Alle imprese – ha affermato La Piana – vorrei dire che noi abbiamo bisogno di imprenditori seri e non di ‘prenditori’ veri che saccheggiano il futuro delle nostre generazioni e offuscano il prezioso lavoro di molti imprenditori seri ed onesti che ci sono nelle nostre realtà. Il PNRR è una opportunità per tutti: ritengo utile che da qui, da questa assise, arrivi, a tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle categorie produttive, la nostra disponibilità ad incontrarci per poter stabilire delle priorità di intervento al fine di individuare strade possibili per far decollare gli investimenti il prima possibile; credo che da una azione unitaria congiunta imprese/sindacato nelle nostre province possa arrivare un bel segnale di lavoro condiviso magari da esportare anche nell’agone politico”.
“Ai sindaci dei due territori palermitano e trapanese, e più in generale alla politica che governa ai vari livelli, rinnoviamo l’ampia disponibilità della nostra organizzazione al confronto e al dialogo sempre nel rispetto dei ruoli e delle competenze. Bisogna rinnovare le amministrazioni con personale adeguato, snellire la burocrazia, potenziare i servizi ai cittadini. In questi ultimi mesi abbiamo assistito a tante proteste di tanti sindaci che lottano per ridare ‘agibilità’ ai propri comuni. Questa cosa credo denoti il fallimento di quelle riforme politiche che hanno deformato il ruolo del comune da ente di prossimità in grado di intercettare i bisogni dei cittadini e delle cittadine a un inefficiente esattore delle tasse”. Il segretario generale della Cisl Palermo Trapani, ha poi concluso “serve una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario, la pandemia ha evidenziato qualora fosse necessario che poco si pensa alla cura e assistenza quotidiana e che si lavora piuttosto solo sull’emergenza. E’ necessario rivedere tutto il sistema delle politiche sociali a partire dalle esigenze dei non autosufficienti e delle loro famiglie. Per i nostri giovani e i nostri pensionati, è necessario rivedere il sistema previdenziale pensando ad un patto intergenerazionale che programmi un futuro sereno per chi va in pensione e un futuro lontano dalla precarietà per chi deve entrare nel mondo del lavoro”. A concludere la prima giornata sarà il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio. “Da Palermo giunge un allarme se non si fa prevalere sin da subito la Responsabilità di tutti, il vortice della crisi attirerà tutto ciò che dovrebbe essere traino per lo sviluppo. Pensiamo alle tante eccellenze e potenzialità delle province siciliane a quei settori cruciali come il turismo, la cultura, l’enogastronomia, l’industria, l’artigianato, che devono spingere la crescita. Ma non possiamo non pensare a tutto ciò che non va, come un sistema infrastrutturale inadeguato, una industria assente in tante zone della Sicilia, una quasi del tutto assente politica di sviluppo eco-compatibile e basata sul minimo impatto ambientale, sui servizi ai cittadini che non decollano e non soddisfano le richieste, su una sanità che lavorando solo, poco e male, sull’emergenza, ha lasciato indietro gli ultimi. Bisogna ripartire ora e pensare ad un Patto per la Sicilia che affronti tutti questi nodi per rimettere in carreggiata il nostro futuro”.
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