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Covid, via le mascherine all’aperto: obbligatorie al chiuso fino al 31 marzo

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Niente più mascherine all’aperto da venerdì 11 febbraio. Bisognerà indossarle solo in caso di assembramenti. Restano invece obbligatorie al chiuso almeno fino al 31 marzo, data nella quale scadrà lo stato di emergenza. La decisione è arrivata con un’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza.

Nel testo di legge che “fino al 31 marzo 2022, è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private” e “nei luoghi all’aperto è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti”.

Non è detto che dal 1° aprile le mascherine spariscano. Bisognerà vedere l’evoluzione della pandemia, spiegano fonti del ministero, per capire cosa accadrà.

L’ordinanza precisa che non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo; i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.

Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. Si precisa inoltre che “l’uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio”.

Le disposizioni si applicano a tutte le regioni italiane a prescindere dai colori assegnati in base all’andamento dell’epidemia e anche alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

La Serie A si prepara a riaprire gli stadi a pieno regime. E potrebbe accadere in una data simbolica: a marzo, a due anni esatti dall’esplosione della pandemia e dalla sospensione del campionato 2019/20, la Serie A – e non solo – riaprirà le porte dei propri impianti al 100%. La decisione non è ancora ufficiale, ma è il frutto di una rete di colloqui tra il governo, rappresentato dal ministro della Salute Roberto Speranza, e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina.

La Figc di Gravina, al tavolo col ministro della Salute Speranza, ha ottenuto una disponibilità alla riapertura. Possibile una gradualità: un paio di partite al 75% prima di spalancare le porte, per la prima volta a due anni esatti dall’inizio della pandemia.

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