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Assegno unico per i figli, a chi spetta e come variano gli importi: domande da gennaio

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Partirà da marzo, ma a gennaio i potenziali beneficiari dell’assegno unico per i figli potranno cominciare a presentare le domande. I soldi, se saranno giudicati idonei, li vedranno due mesi dopo. Il decreto legislativo che attua la legge delega 46/2021 per il riordino delle misure a sostegno delle famiglie dovrebbe arrivare al tavolo del Consiglio dei ministri la prossima settimana e detta i tempi e le modalità di attuazione della misura.

Assegno unico, perchè partirà a marzo e non a gennaio? – L’assegno unico non partirà a gennaio come si pensava, ma non è uno slittamento. Come hanno chiarito fonti del ministero delle Pari Opportunità, infatti, l’assegno verrà calcolato tenendo conto dell’Isee familiare, dunque dovrà basarsi sui redditi dell’anno solare precedente e dare il tempo alle famiglie di ottenere la documentazione e presentarla. Ecco perchè l’assegno varrà da marzo a marzo e non per anno solare. Da gennaio a marzo sarà invece in vigore una proroga dell’assegno ponte che già quest’anno è stato impiegato, includendo sia i vecchi assegni familiari che il sostegno temporaneo erogato a partire da luglio agli autonomi.

Assegno unico per i figli, gli importi – L’importo dell’assegno non sarà uguale per tutti ma varierà in base al reddito. Si andrà da un minimo di 50 euro al mese per chi ha un Isee più alto a un massimo di 180 per chi ha un indice più basso (Isee sotto i 15.000 euro), categoria a cui, secondo l’Istat, appartiene circa la metà delle famiglie italiane. Il contributo, inoltre, sarà maggiorato a partire dal terzo figlio, con la possibilità di arrivare fino a 250-260 euro. Ma non è tutto: un incremento è previsto anche nel caso di nuclei in cui entrambi i genitori lavorino, per favorire la natalità da una parte e il lavoro femminile dall’altra.

Assegno unico per i figli, a chi spetta – L’assegno universale per definizione è destinato a tutti, autonomi e dipendenti e sostituirà le detrazioni fiscali per i figli a carico, i vecchi assegni familiari e ogni altra forma di sostegno per i neonati. La misura resterà valida fino ai 21 anni di età di ogni ragazzo, dunque 3 anni in più rispetto all’attuale assegno temporaneo che invece riguarda solo i minorenni. Secondo indiscrezioni, l’importo minimo di 50 euro al mese per figlio verrà assegnato anche a chi l’Isee non lo presenterà.

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