Marsala – Gentile Direttore, attraverso i media ho avuto conoscenza delle polemiche sorte in merito alla pubblicazione sulla pagina istituzionale del Comune di Trapani di alcune fotografie relative alla tradizionale manifestazione trapanese della “Infiorata di San Domenico”. Una di esse, infatti, ritrae una composizione floreale che costituisce un evidente messaggio contro l’interruzione volontaria di gravidanza, reso ancor più esplicito dalla didascalia che l’accompagna (“Maria sciogli il nodo dell’aborto”) che definisce l’aborto – al pari della guerra, della disoccupazione e della droga – come un “nodo da sciogliere”.
Non intendo entrare nel merito della questione se sia stato o meno opportuno pubblicare su un sito istituzionale un tale messaggio: ritengo più appropriato che un rappresentante delle istituzioni, nei limiti che il proprio ruolo gli consente, si attivi per portare avanti le legittime istanze dei cittadini, con l’unico intento di tutelare il bene comune.
Per chi, come me, ritiene che le leggi debbano essere osservate ed applicate, l’interruzione volontaria di gravidanza non può essere “un nodo da sciogliere”, trattandosi di un diritto riconosciuto da una legge della Repubblica Italiana, confermata, tra l’altro, dalla volontà popolare con il risultato negativo del referendum abrogativo del 1981, allorché, in maniera netta, il 68% degli italiani si dichiarò favorevole al mantenimento della legge 194/78.
A mio parere il vero nodo da sciogliere è quello che riguarda l’altissima percentuale di obiettori di coscienza nel nostro Paese che impedisce alle donne di esercitare concretamente e serenamente un loro diritto stabilito da una legge dello Stato, entrata in vigore più di 40 anni addietro.
Ancor più aberrante è il dato che si registra a Marsala: da fonti giornalistiche locali apprendo che il 100% del personale medico in servizio presso il nosocomio marsalese è obiettore di coscienza!
Ebbene, mentre c’è chi prega affinché si sciolga il “nodo dell’aborto”, numerosissime donne, per non ricorrere all’aborto clandestino (pratica triste e pericolosa, ancora oggi esistente!), sono tuttora costrette a mille peripezie e a recarsi fuori sede per esercitare un loro sacrosanto diritto.
Tale situazione non è più tollerabile!
Io, nella mia qualità di consigliere comunale, sento il dovere di non restare inerte: come già anticipato ad alcuni colleghi, a breve depositerò un atto di indirizzo per invitare l’Amministrazione Comunale a intraprendere le dovute iniziative, prendendo immediati contatti con le autorità competenti, affinché a Marsala venga finalmente e correttamente garantito il diritto delle nostre donne di procedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
Sono certo che tale iniziativa, finalizzata alla tutela delle donne attraverso la concreta attuazione della legge n°194 del 1978, potrà contare sul sostegno di un vasto numero di consiglieri.
Pietro Cavasino
Consigliere Comunale
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