Tempo di pandemia, in molti hanno perso il lavoro. Succede il miracolo e finalmente un ragazzo marsalese trova lavoro a Firenze. Certo non manca la tristezza di dover lasciare la propria terra. La migrazione purtroppo è quasi un must per chi nasce al sud, ma consola il fatto che si tratta del lavoro che desidera, quello per cui ha studiato. Deve cercare casa. Vivrà con un altro ragazzo e un piccolo cane di circa 5 chili (praticamente un gatto che abbaia, poco). “E che ci vuole? – pensa – basta guardare gli annunci on line”. Inizia così un’odissea che si conclude dopo circa un mese prendendo in affitto una casa in un comune limitrofo e per di più in aperta campagna.
Circa trenta agenzie contattate. Niente da fare. “Affittiamo solo a ragazze”; “nooo se avete il cane, non è possibile. La proprietà non ammette animali, perché la casa è in uno stabile di pregio con soffitti affrescati”. Eppure il cane non ha superpoteri, e non sa volare. “Affittiamo solo a stranieri, per periodi brevi e dimostrabili”; “Facciamo solo contratti a chi ha contratto di lavoro a tempo indeterminato e con garanzie di entrambi i genitori”; “Se siete in due, non possiamo affittarvi un monolocale”. Alcuni agenti poi sono sadici, oppure “profumieri”, illudono e poi… “certo: oggi pomeriggio saremo nell’appartamento e ve lo mostreremo tramite videochiamata”. Circa in sei hanno usato questa formula senza mai più richiamare. Ovviamente queste conversazioni riguardano gli annunci che proponevano prezzi compatibili con uno stipendio “normale” di un impiegato a tempo determinato.
Alle agenzie “tradizionali” si aggiungono le agenzie “matriosche”, quelle che ne vedi una, ma sono due, perché in realtà sono intermediari: “Se vuoi i contatti per affittare questa casa, ti devi iscrivere alla nostra agenzia e così ti faremo avere la lista delle case con requisiti affini”. Ovviamente l’iscrizione ha un costo: circa duecento euro.
Allora il nostro giovane concittadino decide di contattare direttamente i privati: peggio che andar di notte. Decine di mail inviate senza risposta, alcuni rispondevano via WhatsApp, ma non appena non si trovava la immediata disponibilità per la visita dell’appartamento, si dileguavano, senza lasciare traccia.
Le agenzie “gentili” e disponibili, offrivano solo abitazioni “fuori budget”.
Si passa all’ultima opzione pensabile in tempo di Covid: casa condivisa, ma anche qua è un nulla di fatto: le camere con letto matrimoniale, se affittate come singola costano 350 euro, le stesse se verranno usate da due persone costano 500 euro; altri appartamenti sono consentiti condivisi solo per ragazze e per di più quasi sempre il bagno è uno solo.
Risultato: impossibile affittare casa a Firenze.
Impossibile anche non pensare quanto sarebbe bello poter lavorare a casa propria, dove le condizioni di vivibilità sono a misura d’uomo. Qui abbiamo tutto, tranne il futuro. E forse è tempo di riprendercelo.
Chiara Putaggio
Nella foto: “Il Giardino delle Rose” scultura “La valigia di Folon”, Firenze
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