Coronavirus

Covid in Sicilia, calano ancora i nuovi casi e i ricoveri: regione scende al terzo posto per contagi

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Sono 285 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 15.697 tamponi processati in Sicilia. L’incidenza scende di poco al 1,8% ieri era al 1,9%.

L’isola scende al terzo posto nei nuovi contagi giornalieri, al primo posto con 449 c’è la Lombardia al secondo il Veneto con 416 casi.

Gli attuali positivi sono 12.372 con una diminuzione di 996 casi. I guariti sono 1.275 mentre si registrano altre 6 vittime (2 sono relativi a giorni precedenti), che portano il totale dei decessi a 6.868.

Sul fronte ospedaliero sono adesso 438 i ricoverati, 20 in meno rispetto a ieri mentre in terapia intensiva sono 49, lo stesso numero rispetto a ieri.

Sul fronte del contagio nelle singole province Palermo con 23 casi, Catania 46, Messina 33, Siracusa 63, Ragusa 23, Trapani 34, Caltanissetta 19, Agrigento 10, Enna 34.

Da inizio pandemia sono stati 300.411 i casi di Coronavirus in Sicilia.
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COVID IN ITALIA: 3.235 POSITIVI E 39 MORTI. ISS: “DOPO 7 MESI NESSUNA RIDUZIONE EFFICACIA DEI VACCINI MRNA”. CHE RIMANE A 89%. AZIONE ELEVATA CONTRO RICOVERI E DECESSI

Sono 3.235 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 2.466.

Sono invece 39 le vittime in un giorno, in calo rispetto alle 50 di ieri. Sono 301.773 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24. Ieri erano stati 322.282. Il tasso di positività è allo 1,1%, in aumento rispetto allo 0,76% di ieri.

Sono 415 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, 18 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute sono 24 (ieri erano 18). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.872, 96 meno di ieri

REPORT ISS

A sette mesi dalla vaccinazione non si registra una riduzione dell’efficacia dei vaccini Covid-19 a mRna nella popolazione generale, che rimane dell’89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose. Mentre si osserva una lieve diminuzione nella protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica) in alcuni gruppi specifici come negli immuno-compromessi o con patologie . Lo afferma il quarto report, a cura del Gruppo di lavoro ISS e Ministero della Salute che ha esaminato i dati di più di 29 milioni di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino a mRna.

L’efficacia è stata valutata confrontando l’incidenza di infezioni (sintomatiche e asintomatiche), ricoveri e decessi a diversi intervalli di tempo dopo la seconda dose con quella osservata nei 14 giorni dopo la prima dose, considerato come ‘periodo di controllo’.

Le principali conclusioni contenute nel Report indicano che nella popolazione generale a sette mesi dalla seconda dose non si osserva una riduzione significativa di efficacia in termini di protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell’89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose. Nelle persone immunocompromesse si osserva una riduzione dell’effetto protettivo verso l’infezione a partire da 28 giorni dopo la seconda dose. La stima, in questo caso, presenta una variabilità elevata dovuta in parte al ridotto numero di soggetti inclusi in questo gruppo ma anche connessa alla diversità delle patologie presenti in questa categoria.

Nelle persone con più patologie si osserva una riduzione della protezione dall’infezione, dal 75% di riduzione del rischio dopo 28 giorni dalla seconda dose al 52% dopo circa sette mesi.

Diminuisce leggermente, pur rimanendo sopra l’80%, l’efficacia contro l’infezione nelle persone sopra gli 80 anni e nei residenti delle Rsa.

Confrontando i dati tra gennaio e giugno 2021, periodo in cui predominava la variante Alfa, con quelli tra luglio e agosto, a prevalenza Delta, emerge una riduzione dell’efficacia contro l’infezione dall’84,8% al 67,1%. Resta invece alta l’efficacia contro i ricoveri (91,7% contro 88,7%). L’apparente riduzione di efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione potrebbe essere dovuta al tempo intercorso dalla vaccinazione o a una diminuita efficacia contro la variante Delta. Potrebbero inoltre avere contribuito eventuali modifiche comportamentali a seguito del rilassamento delle altre misure preventive (uso di mascherine, distanziamento fisico).

 

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