Marsala – Undici mezzi (nove auto e due furgoncini) pieni di cibo e vestiti per dare un aiuto reale ai duecento ragazzi che hanno visto bruciare tutto quello che avevano nell’incendio che ha divorato la baraccopoli di Campobello di Mazara. È quanto hanno raccolto e consegnato i volontari di Libera (dei presidi di Marsala e di Mazara) e delle associazioni Archè e Amici del terzo mondo.
“La richiesta di indumenti e cibo ha fatto un giro enorme e addirittura qualcuno è venuto da Salemi e da Palermo – spiega il referente di Libera Marsala, Marco Saladino –. Alcuni, venuti per donare, si sono fermati per aiutarci a sistemare, soprattutto i vestiti. È stato bello vedere anche i bambini darsi da fare (Libera organizza delle attività laboratoriali per i piccoli del quartiere e non solo). Il senso di solidarietà che si è attivato ha davvero lasciato tutti noi senza parole. Abbiamo consegnato tutto ciò che sabato, diligentemente, non con poca fatica, abbiamo preparato, dai vestiti, alle cose da mangiare, dalle coperte all’acqua. Siamo riusciti a dare una mano a 200 persone”.
Si tratta di circa venti volontari impegnati “nella tutela della dignità umana, che non è per niente una cosa scontata. È difficile spiegare il modo in cui molti fratelli africani ci hanno ringraziato. – continua Saladino –. Sappiamo di non risolvere il problema… Ma sappiamo anche che questi gesti lasciano un segno, i cui effetti saranno sicuramente diversi da casa a caso. Nella speranza che arrivi una soluzione concreta e seria per tutti loro, è stato importante constatare che loro non si sono arresi e hanno cominciato a ricostruire e ora il campo è un cantiere aperto”.
Il centro sociale di Sappusi – sede a Marsala dell’associazione Libera – nella giornata di sabato si è trasformato in un centro di raccolta di beni di prima necessità.
“L’iniziativa è nata dall’esigenza di dare un primo ed indispensabile aiuto ai migranti che fino a pochi giorni fa sostavano presso il campo-baraccopoli di Campobello. Nella notte tra il 29 e 30 settembre, un incendio ha portato alla morte di Omar, un giovane senegalese, e ha completamente distrutto la baraccopoli che ospitava i lavoratori stagionali impiegati nelle campagne di Campobello e Castelvetrano. A tutti coloro i quali già in condizioni disumane, risiedevano in quell’accampamento, non è rimasto nulla, a molti di loro neanche i documenti. Per dare una prima risposta a questa tragedia, il presidio di Libera a Marsala ‘Vito Pipitone’, Archè Onlus e Amici del Terzo Mondo hanno organizzato una raccolta che è diventata una gara di solidarietà”.
Chiara Putaggio
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