Qual è la differenza tra società e comunità? In un tempo come il nostro, in cui la pandemia ha rivoluzionato i rapporti umani, le abitudini, in una parola: l’intera quotidianità, come si può identificare una “comunità”? Marsala Live intende indagare questo aspetto e per farlo sarà vicino alla gente.
Un’informazione “pop” che ascolti le persone, dia spazio alle individualità, senza scadere nell’individualismo, che mostri i “colori” di un territorio, ne affronti le dimensioni, le problematiche, le criticità, ma anche i sogni, i progetti. Occorre ritrovare il tempo per lo stupore, per l’inatteso, per quanto di non consueto possa profilarsi nel prossimo futuro.
Analizzando la situazione attuale registriamo uno stanco immobilismo fatto di parole, a volte intendimenti, speranza di finanziamenti, ma sostanzialmente viviamo in un territorio vittima della profetica affermazione gattopardiana: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Una spirale che imprigiona questo tempo in cui molte saracinesche restano aperte il tempo di una stagione, le annose crisi economiche diventano decennali e ci troviamo imbrigliati nella convinzione che fenomeni umani come l’immigrazione siano problemi e non opportunità.
Marsala Live, al di là di voler dare giudizi e di detenere verità, esprimerà la necessità di essere umani, conoscendoli questi umani… dando loro la parola, mostrando, qualora fosse possibile ed opportuno, le loro immagini. L’intento è tentare di ridurre le distanze che lo schermo, qualunque esso sia, cristallizza, trasformando in fiction anche il dolore, le tragedie e anche le cose belle.
Daremo spazio alle good news, alle storie umane, al bello che si trova talmente tanto davanti ai nostri occhi da non accorgercene più. Tutto questo sarà a colori, perché così ci piace, perché il mondo è pieno di colori e se non è così, perché è stato arso, desertificato ne denunceremo le condizioni affinché i colori, tutti, ritornino a germogliare.
D’altronde ogni comunità ha i suoi colori, siamo pronti a conoscerli e a raccontarli.
Chiara Putaggio