• Iperconnessi, i nativi digitali chiedono di diminuire il digital divide per consentire a tutti equo accesso a informazioni e opportunità, ma rivendicano la priorità delle relazioni umane • Tutti d’accordo: necessaria maggiore equità e solidarietà sociale • Gli adolescenti vorrebbero essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano il ritorno a scuola • Nel futuro che immaginano, l’84% chiede più attenzione al rapporto tra salute e ambiente • “Casa non è per tutti un posto sicuro”. D’accordo il 64% dei rispondenti, soprattutto le ragazze
I giovani ripensano il futuro post Covid e mettono per iscritto le loro raccomandazioni nel Manifesto “The Future We Want”, lanciato oggi dall’UNICEF in Italia.
L’Ufficio Regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale e il Comitato Italiano per l’UNICEF – con il supporto tecnico dell’Istituto di ricerca dell’UNICEF Innocenti di Firenze – in collaborazione con i partner nazionali e locali, hanno voluto ascoltare oltre 20 giovani provenienti dal Nord e dal Sud del Paese, di diversa provenienza e rappresentanti di diverse realtà, con un processo partecipativo che ha portato alla stesura di un sondaggio online rivolto dagli adolescenti ai loro coetanei. Tra i focus: la soddisfazione per la vita, le relazioni, il benessere economico, scuola e lavoro, ambiente e salute.
All’indagine hanno risposto oltre 2000 giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni.
I risultati principali: soddisfatti della vita in generale, preoccupati per il benessere economico e la salute, positivi sull’ambiente e le relazioni.
Dopo la recente pandemia gli adolescenti che vivono in Italia si dichiarano soddisfatti della vita in generale – attribuendo 6,5 su una scala da 1 a 10. Guardando alle diverse dimensioni, supera di poco il 6 il benessere economico. Sotto la sufficienza la salute (5,9), nella cui valutazione ha sicuramente pesato la percezione di insicurezza e fragilità legata alla pandemia.
Soddisfazione alta invece per l’ambiente ma anche per i rapporti interpersonali coltivati all’interno della famiglia.
L’emergenza ha migliorato le relazioni in famiglia e con i propri conviventi.
Per 1 adolescente su 3 le relazioni familiari sono migliorate durante l’isolamento. Le consultazioni con ragazze e ragazzi hanno evidenziato che con l’emergenza sono aumentate le occasioni per stare insieme e per trascorrere tempo di qualità, scoprendo lati nuovi dei propri familiari.
Maggiori momenti di confronto e di condivisione tra cui la cucina.
Quasi la metà (48%) degli adolescenti suggerisce quindi, per il futuro, al fine di migliorare le relazioni con i conviventi, di coltivare maggiori occasioni di dialogo e rispettare un migliore bilanciamento dei tempi vita/scuola/lavoro.
Resta un 16% di giovani per cui le relazioni domestiche sono cambiate in peggio durante il lockdown. Sempre un 16% chiede maggiore supporto esterno per alleviare le situazioni di stress.
Cambiano in meglio le relazioni con gli amici per 1 adolescente su 3, per 1 su 4 sono invece peggiorate. Nei dati si legge la voglia di allontanarsi dallo schermo e di trovare più occasioni per stare insieme (lo sottolinea quasi la metà – il 46%- dei rispondenti) e ritmi più lenti.
Alta la percezione del rischio di violenza domestica. Il 64% degli adolescenti è d’accordo con la frase “Casa non è per tutti un luogo sicuro”. La percezione di insicurezza è molto più elevata per le ragazze (73%) che per i ragazzi (53%).
Tra le soluzioni individuate, la formazione a scuola, chiesta prima di tutto dai ragazzi. Formazione e sportelli di ascolto risultano l’opzione più scelta se paragonati agli help-center on line.
Gli adolescenti vorrebbero essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano il ritorno a scuola
Quasi la metà dei rispondenti al sondaggio (47%) ha indicato che la scuola ha creato un ambiente positivo durante l’isolamento. Pur non avendo difficoltà specifiche con la digitalizzazione, 6 adolescenti su 10 trovano che lo strumento online abbia aggiunto stress allo studio, e questo è vero soprattutto per le ragazze.
Per quanto riguarda le prospettive di ripresa del percorso di studi a settembre, ottimismo (41%) e pessimismo (39%) animano equamente le sensazioni degli adolescenti.
Diverse le buone pratiche adottate durante il Covid-19 che ragazze e ragazzi vorrebbero ritrovare a scuola il prossimo anno, prima fra tutte maggiore flessibilità degli orari e la partecipazione nella definizione del calendario con gli insegnanti (58%), seguita da classi di recupero per chi è in difficoltà (37%) e dall’utilizzo di materiale didattico on line come integrazione ai testi. Solo un adolescente su 4 vorrebbe continuare a mantenere alcune sessioni di didattica a distanza. Per aiutare gli studenti in difficoltà economiche, un adolescente su 3 vorrebbe più borse di studio e l’integrazione del bonus cultura, ad esempio con un’apertura alle attività socio-ricreative (opzione scelta da 3 adolescenti su 10). Tra le attività extra-curriculari gli adolescenti chiedono campi sportivi e artistici aperti a tutti, sarà che durante il periodo di isolamento un quarto dei ragazzi ha scoperto nuovi hobby.
La salute e l’ambiente diventano le priorità.
Il 65% degli adolescenti intervistati pensa che un sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile a tutti sia il fattore indispensabile per mantenere un buono stato di salute. Ma affermano come la prevenzione resti la chiave. 5 su 10 promuovono quindi una corretta alimentazione e stili di vita più sani. Consapevoli dell’importanza della relazione ambiente-salute (84%), tra i comportamenti appresi che si vorrebbero mantenere, l’87% mette al primo posto la necessità di inquinare meno l’ambiente diminuendo i consumi. 8 adolescenti su 10 pensano che bisognerebbe usare di più la bicicletta o mezzi poco inquinanti. Spazio poi all’attivismo e alla partecipazione attiva in difesa del pianeta.
Il digitale ci ha uniti ma le relazioni valgono di più.
Quasi la metà degli adolescenti che ha risposto al sondaggio è d’accordo o molto d’accordo con l’affermazione “Il digitale ci ha uniti durante il lockdown”, ma uno su 3 ha dei dubbi in proposito e un rispondente su 5 pensa il contrario, a causa di problemi legati alla possibilità di accesso alle tecnologie e alla connessione, che in certe zone hanno acuito le diseguaglianze esistenti.
Altri dati rilevati sul tema – rispetto ad esempio alla didattica a distanza e alla ricerca di supporto attraverso reti fisiche o digitali – evidenziano una preferenza per le relazioni interpersonali rispetto a quelle on line: i centri di ascolto e la sensibilizzazione in classe vengono quindi ampiamente preferiti alle helpline digitali.
Il futuro che vogliono gli adolescenti è più rispettoso delle diversità e improntato all’uguaglianza e alla solidarietà.
Forte la spinta all’uguaglianza e alla solidarietà che viene fuori dai risultati: i giovani chiedono maggiore impegno nella lotta alla discriminazione e da dedicare al prossimo, il superamento delle disparità legate a provenienza, disabilità e genere.
Dichiara Mimma Gaglio Presidente provinciale Unicef:” Il Manifesto degli adolescenti The Future We Want”: ci ricorda che, ascoltando le opionini dei più giovani, si pone l’accento, ancora una volta, sulla promozione del diritto dei giovani ad esser ascoltati ai sensi dell’art 12 della Convenzione, coinvolgendoli su argomenti e temi pregnanti per la loro vita futura che richiedono attenzione e sensibilità da parte di tutte le Istituzioni”.
A settembre il report con tutti i risultati.
Link al sondaggio https://thefuturewewant.limequery.com/727765?lang=it
Pagina web www.unicef.it/futurewewant