Conferma della condanna per frode fiscale (con rideterminazione della pena in due anni, sei mesi e 20 giorni di carcere), assoluzione dall’accusa di malversazione, prescrizione per la truffa allo Stato e tutte le altre contestazioni fino all’anno d’imposta 2010.
È quanto ha sentenziato la terza sezione della Corte d’appello di Palermo nel principale processo al 56enne marsalese Michele Angelo Licata, ex imprenditore leader del settore ristorazione-alberghiero in Sicilia occidentale, al quale, nel 2015, lo Stato ha sequestrato beni, società e liquidità per circa 127 milioni di euro.
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