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La prima pandemia scoppiata in tempi di social: non postiamo tutto, facciamo danno. Tutti tuttologi

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Marsala – E’ davvero difficile governare la comunicazione di questa pandemia, la prima scoppiata in tempi di social. L’ansia, la tensione, la paura, il panico… molte di queste manifestazioni sono immotivate, e la colpa è solamente una: i social! Facebook e WhatsApp su tutti. Si propaga ad ogni attimo un diffuso disagio che fa andare fuori di testa tantissime persone.

L’epidemia del Coronavirus, nell’arco di pochi giorni, ha investito la vita di noi italiani, chiamati a confrontarci con un pericolo avvertito poco prima come lontano, ma sul web si stanno scatenando comportamenti davvero irrazionali: scorte alimentari, farmacie intasate, ricette fai da te per ottenere soluzioni igieniche, messaggi audio inventati (e dannosi), video improponibili… E’ vero che c’è l’opportunità per ciascuno di esprimere le proprie paure, i propri timori, questo è bene. Ma dall’altra parte c’è il rischio di gonfiare paure che generano instabilità, perché nella paura si perdono di vista le proprie possibilità. La paura può avvelenare il nostro presente.

Le emozioni fanno audience, è vero, e i media stanno cavalcando una comunicazione altamente adrenalinica, con la conta minuto per minuto dei contagiati, la mappa aggiornata dei focolai. E la gente condivide tutte le minime novità, creando quasi terrore. Io credo, invece, che dovrebbe padroneggiare l’ironia per prendere un po’ di distacco da una situazione emotivamente sempre più carica, che rischia di farci perdere lucidità e ragione.

Stiamo a casa, e stiamo un po’ zitti. Non postiamo tutto, non commentiamo ogni fesseria che ci arriva, niente messaggi-audio anonimi di dottori-amici che vivono sul cocuzzolo della montagna con Heidi. Non inoltriamo più i messaggi del parente vostro che vive fuori e che vi testimonia ciò che accade lì nella sua città. Così facciamo solo confusione e niente più. Facciamo, in poche parole, danno.

Questo virus è arrivato nell’epoca peggiore, quella del “protagonismo”, quella del “siamo tutti tuttologi”, e i social sono proprio la migliore valvola di sfogo. Il bisogno di comunicare qualcosa a tutti è davvero molto morboso. Non sappiamo in verità più ascoltare. E invece dovremmo proprio ascoltare gli esperti, chi ci governa, chi ci deve aiutare e curare… E’ ovvio che i social son fondamentali e anche utilissimi per migliaia di cose. Se sono usati bene sono anche molto preziosi. Ma non ingarbugliamo la rete con le nostre ripetute e pericolose fake news.

Il virus si sconfigge solo con la verità, la verità degli esperti e di chi prende decisioni. E del rispetto delle regole. E per questo dobbiamo restare a casa, osservando, appunto, le regole. Restiamo a casa e usiamo i social con prudenza. Ce la faremo, ce la dobbiamo fare.

Enzo Amato

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