Marsala – Tutto da rifare, almeno per un imputato, il 44enne allevatore marsalese Domenico Centonze, nel processo per il duplice omicidio dei tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi, tra Marsala e Mazara, di fronte l’ex distilleria Concasio. Le due vittime viaggiavano su un ciclomotore. Ieri, la svolta nell’iter processuale.
Accogliendo, infatti, il ricorso degli avvocati difensori Luigi Pipitone, Luca Cianferoni e Salvino Mondello, la Cassazione ha annullato, con rinvio ad altra sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo, la sentenza con cui, il 13 novembre 2018, in secondo grado, fu confermata la condanna a 20 anni di carcere inflitta, il 16 settembre 2016, dal gup Francesco Parrinello a Domenico Centonze.
Con contestuale assoluzione del cugino Pietro Centonze, di 50 anni. Per quest’ultimo, difeso dagli avvocati Diego e Massimiliano Tranchida e Raffaele Bonsignore, la Suprema Corte ha ritenuto “inammissibile” il ricorso del procuratore generale di Palermo. Anche lui, in primo grado, era stato condannato a 20 anni.
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