Quando negare l’evidenza non basta

E’ ciò che sta accadendo all’interno della Lega dopo il risultato delle elezioni regionali in Emilia Romagna. Il capitano, ex ministro degli interni, ha pensato di dare il colpo finale al governo giallorosso, che un giocatore di poker del Texas hold’em chiama all-in. Le carte dell’urna lo hanno sconfitto.

Giorgetti, vicesegretario della Lega, l’unico che ha peso specifico lo conferma il fatto che il Papeete man lo volle sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri governo gialloverde, gli altri due Fontana e Crippa desaparecidos, rimprovera a Salvini la strategia utilizzata in Emilia Romagna, la classe politica leghista nega. Forza Italia ha un buon risultato elettorale in Calabria, pessimo nella regione del Po e del Reno, nega la dissoluzione.

Viva Italia partito fondato dall’altro Matteo (Renzi) nega l’incocludenza. Il M5S, nelle due regioni in cui si è votato ha visto l’erosione del consenso, nega il declino in atto. Il PD dopo la riesumazione, inziata nell’agosto scorso grazie al segretario leghista, il quale è riuscito a completare l’opera domenica scorsa. PD sei riesumato non vivo e vegeto, non commettere l’errore di pensarlo e di dirlo al governo giallorosso e volere maggiore presenza, neghi la differenza di numeri parlamentari, puoi dettare l’agenda politica.

Leu peso pari a zero nelle regionali di gennaio in corso, hanno poco da negare. Qualcosa forse sta cambiand su posizioni completamente opposte rivendicano altro che negare due donne finalmente, la Meloni (FdI) più spazio nella coalizione di centrodestra, la  Schlein indipendente di sinistra, una sinistra diversa che guardi a sinistra, ai suoi valori.

È innegabile che lo stivale soffra, per l’economia, per i diritti, per le istanze inascoltate. Non neghiamo l’evidenza.

Vittorio Alfieri