Natale, tra sacro, profano e futuro

E Natale, con Santo Stefano, è andato. Queste sono le due ricorrenze religiose del periodo festivo più sentite, l’Epifania è in subordine, omaggia con oro, incenso e mirra la venuta in terra per salvarla da tale Gesù di Nazareth. Di come nei successivi 33 anni di vita lo abbia fatto e continui a farlo, resta un mistero della fede, di cui bisogna ricevere la grazia, altrimenti si morirà nel peccato e destinati all’inferno dantesco.

Non è un mistero che noi italiani, in tutte le 20 regioni, abbiamo un menù tipico di questi giorni, si ricordano minestra maritata a Napoli e in Campania, pasta ncaciata in Sicilia e baccalà fritto per tutti. Per queste leccornie nel 2018 si sono spesi 2,6 miliardi di euro (dato Coldiretti).

Sono di queste ore le dimissioni del ministro dell’istruzione e ricerca Fioramonti (M5S), perché nella legge di bilancio 2019 non sono stati stanziati 3 miliardi, come da lui richiesti fin dal suo insediamento nel governo giallorosso Conte.

Che il ministro strumentalizzi la vicenda per beghe interne al M5S è un’altra storia. Non è compito dell’informazione dare soluzioni, ma è compito dei genitori, siano essi biologici, putativi, religiosi, politici. Nella fattispecie, se si fossero spesi la metà di questi soldi, ovverosia 1 miliardo 300 milioni, più la metà per il cenone di capodanno 1 miliardo e 50 milioni e destinarli con una tassa di “scopo” al dicastero istruzione, si sarebbero trovate il 78,3% periodico delle risorse richieste dal ministro, noi avremmo fatto comunque i nostri pranzi e cene in abbondanza, ma soprattutto avremmo alimentato le menti dei nostri ragazzi.

Buone feste

Vittorio Alfieri