Più che fare informazione in certe trasmissioni televisive si preferisce denigrare la Sicilia. Massimo Giletti crede di fare bene parlando di sprechi e mala amministrazione nella nostra regione, ma a “Non è l’Arena” sovente si presentano i personaggi meno titolati a parlare di buongoverno.
È il caso del redivivo Rosario Crocetta al quale andrebbero poste domande sul sistema Montante che ha stretto la Sicilia tra i tentacoli del malaffare durante il suo governo, e sul regalo fatto al governo Renzi di oltre 600 milioni per smantellare le province e con queste le scuole e le strade siciliane. Per non parlare dei conti su cui non ha fatto chiarezza e sul disavanzo che avrebbe potuto spalmare in trent’anni avendo un governo nazionale amico e dialogante.
In trasmissione è emerso comunque che il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, anche se non in maniera efficace sul piano della comunicazione, ha smentito le fandonie sul numero dei dipendenti regionali e sui costi del parlamento siciliano.
Trovo grave, invece, che sia dia spazio all’imprenditore Gianluca Brambilla messo lì in studio per asserire con l’odio e il compiaciuto consenso di Pietrangelo Buttafuoco, che chi ruba al nord è più bravo di chi ruba al sud, o per affermare che le popolazioni del settentrione siano geneticamente superiori ai meridionali.
Queste espressioni sono di una inaudita volgarità che non solo dovrebbero far indignare ogni cittadino meridionale, ma ogni persona che ha a cuore i valori democratici perché sono un vero e proprio inno al razzismo e al fascismo ripudiati dalla Costituzione. Buttafuoco, in particolare, dovrebbe vergognarsi perché non conosce lo Statuto, non conosce le ragioni storiche ed economiche che portarono alla sua approvazione e dimostra con voluta cattiveria di disconoscere il duro lavoro che il Governo Musumeci sta facendo in silenzio e senza clamori per porre rimedio ai disastri trovati.
Se è facile puntare il dito contro chi da siciliano in Sicilia e a Roma non ha fatto il proprio dovere, non è davvero tollerabile che non si dica che lo Stato e chi ha governato agisce dietro le spinte degli interessi delle grandi lobby che sono in Europa e nel nord Italia e questo avviene attraverso le infrastrutture, le imprese e il sistema bancario smantellato in Sicilia e concentrato al proprio al nord.
Da siciliana e parlamentare di questa terra mi vergogno per quei siciliani che si presentano a queste trasmissioni il cui unico scopo è di parlare alle viscere di coloro che pensano sia un bene essere trattati da sudditi con il reddito di cittadinanza, mentre al nord si fanno le grandi opere, si crea economia e si rivendica l’autonomia differenziata che sarebbe un ulteriore ed insopportabile scippo a danno delle regioni del sud.
Eleonora Lo Curto
Capogruppo Udc all’Assemblea Regionale Siciliana