Palermo – “Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale. Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza e con scrupolosa osservanza delle norme elettorali e delle regole etiche. Del resto, è stata già la stessa Accusa a ritenermi estraneo ad ogni contesto di criminalità organizzata. Chi mi conosce sa che mai avrei potuto intrattenere rapporti meno che leciti per ragioni elettorali, né, tantomeno, che avrei potuto vendere la mia stima e il mio decoro per due buste di spesa. La mia storia deontologica, etica e familiare mi rende assolutamente sereno e certo circa la conclusione favorevole del procedimento a mio carico. Peraltro, i quarant’anni di stimata ed apprezzata professione di avvocato mi consentono di respingere ogni illazione e di sopportare la gratuita gogna mediatica cui giornalismo di bassa lega cerca di sottopormi, per ragioni che, come ribadito in altre occasioni, onestamente mi sfuggono”.
Cosi in una nota il deputato di Forza Italia al Parlamento Siciliano, on. Stefano Pellegrino.
“Dall’esame degli atti depositati dalla stessa Accusa – aggiungono inoltre i Legali – riteniamo provata l’assoluta estraneità del nostro Assistito rispetto al fatto contestatogli. Provvederemo a depositare al GIP di Palermo memoria difensiva con la quale chiederemo che non si faccia luogo al rinvio a giudizio richiesto dal PM”.
Corruzione elettorale. La Procura ha chiesto il processo per il deputato Stefano Pellegrino
La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio del deputato regionale di Fi Stefano Pellegrino accusato di corruzione elettorale in concorso. Il nome del parlamentare, ex componente della commissione Antimafia da cui si è autosospeso dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, è emerso in una inchiesta che ha coinvolto anche gli imprenditori mafiosi trapanesi Mario Giorgi e Calogero Luppino. Anche per loro è stato chiesto il processo.
Pacchi di generi alimentari e spesa in cambio di voti: così Giorgi e Luppino, re delle scommesse online nel trapanese, avrebbero comprato le preferenze elettorali per Stefano Pellegrino, eletto alle ultime elezioni regionali con oltre 7mila voti. L’indagine è coordinata dall’aggiunto della Dda Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Francesca Dessì. L’udienza preliminare sarà celebrata il 4 novembre davanti al gup Lo Presti.
«Non posso che ribadire la mia innocenza in relazione a qualsiasi fatto di corruzione elettorale. Ho affrontato la campagna elettorale con la massima correttezza e con scrupolosa osservanza delle norme elettorali e delle regole etiche. Chi mi conosce sa che mai avrei potuto intrattenere rapporti meno che leciti per ragioni elettorali, né, tantomeno, che avrei potuto vendere la mia stima e il mio decoro per due buste di spesa. La mia storia deontologica, etica e familiare mi rende assolutamente sereno e certo circa la conclusione favorevole del procedimento a mio carico», ha replicato Pellegrino. [Fonte: La Sicilia]
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