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Marsala, beni da un milione di euro sequestrati ad un trafficante di droga marsalese di 58 anni

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Beni per oltre un milione di euro sono stati sequestrati, dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo, a Vincenzo Crimi (58enne di Marsala). Si tratta di aziende, immobili e disponibilità finanziarie, riconducibili all’uomo. Crimi nel 2000 era stato già sottoposto a misura di prevenzione personale per reati in materia di sostanze stupefacenti e nel 2017 arrestato, insieme ad altri 8 soggetti, dagli investigatori del Gico del Nucleo Pef di Palermo in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Palermo.


Il Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo ha emesso un provvedimento di sequestro di aziende, immobili e disponibilità finanziarie, riconducibili al pregiudicato per traffico di stupefacenti Vincenzo Crimi, per un valore complessivo di oltre 1 milioni di euro.

Le attività di indagine patrimoniale, affidate ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, si sono concentrate su Vincenzo Crimi (cl. 61, di Marsala), soggetto pluripregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti e già sottoposto nel 2000 a misura di prevenzione personale, nonché tratto in arresto nel 2017, insieme ad altri 8 soggetti, dagli investigatori del Gico del Nucleo PEF di Palermo in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Palermo.

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, avevano, infatti, permesso di smantellare un’organizzazione criminale siciliana dedita al traffico di stupefacenti, per lo più cocaina, operante nel comprensorio trapanese, con fonti di approvvigionamento dislocate fra le provincie di Agrigento, Trapani, Palermo, Roma ed in Spagna.

Il procedimento, che ha tratto origine anche dalle dichiarazioni rese nel 2013 dall’allora collaboratore di giustizia Tuzzolino Giuseppe, ha portato alla condanna in primo grado del Crimi alla pena di anni 8 di reclusione.

Acclarata l’evidente pericolosità sociale del proposto sono stati, dunque, effettuati dagli specialisti della Guardia di Finanza approfonditi accertamenti economico-patrimoniali ai sensi del D.Lgs. 159/2011 (codice antimafia), a seguito dei quali è emersa in capo al Crimi una notevole disponibilità di beni assolutamente non congrui con la situazione reddituale del nucleo familiare dello stesso.

Come emerso dall’attività svolta, infatti, il Crimi nei periodi di accertata pericolosità sociale ha effettuato investimenti in attività commerciali, beni immobili, beni mobili e rapporti bancari/postali assolutamente sproporzionati rispetto alle entrate lecite dichiarate ed, in generale, alle proprie disponibilità economiche così come ricostruite dalle indagini svolte dalla Sezione Misure di Prevenzione del Nucleo PEF di Palermo.

In particolare con il provvedimento ablativo emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, sono stati sequestrati beni per oltre 1 milione di euro consistenti in:

– 2 imprese (con relativo complesso aziendale) con sede a Marsala esercenti l’attività di rimessaggio di imbarcazioni e noleggio di attrezzature edili;

– una villetta ubicata a Marsala;

– un’autovettura Hunday I10 (2017);

– 21 tra conti correnti / depositi a risparmio / polizze.

L’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita continua con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate, e liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.

Fonte: Guardia di Finanza

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