È raccapricciante, disumano, i responsabili dovranno risponderne, i libri di storia lo racconteranno. Alla nave Mare Jonio, che ha soccorso mercoledì scorso 98 migranti a bordo di un gommone al largo di Misurata, è stato vietato da un decreto del Ministro degli Interni Salvini, controfirmato dalla Ministra della Difesa Trenta e dal Ministro delle Infrastrutture Toninelli, l’ingresso nelle acque territoriali italiane.
Giovedì sera è stato permesso lo sbarco a Lampedusa di 64 migranti: 26 donne, di cui 8 incinte, e 24 bambini, i restanti con problemi di salute. Lo sbarco è avvenuto grazie alla guardia costiera che ha trasbordato su una sua imbarcazione bambini, donne e uomini. I militari hanno preso tra le braccia i bimbi, il video che testimonia il trasbordo rimarrà a perenne memoria.
Giornali più autorevoli lo hanno “battezzato”, il trasbordo della vergogna. Il trasbordo è avvenuto in acque internazionali, perché fino ad oggi, venerdì ore 00.15 (quindi ormai sabato) non è stato permesso alla nave della ONG Mediterranea Saving Human, l’ingresso in acque italiane neanche per ripararsi dalle cattive condizioni del mare, come richiesto.
Nel frattempo, a 1000 km di distanza, si consumava la tragicommedia della crisi di governo, (naturalmente tra una pausa pranzo, una cena, naturalmente con aria condizionata e dopo estenuanti ore di fatica, in lenzuola accoglienti) della classe politica privilegiata del belpaese.
Vittorio Alfieri
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