Crisi di Governo, una sceneggiata all’italiana

L’analisi della fase politica attuale della nazione Italia in quest’articolo, vuole essere d’aiuto ai lettori per una chiave di lettura. Potrebbero essere due i possibili governi: di scopo e istituzionale. Il primo, consegnerebbe la nazione alla Lega, quella di “Lavali, lavali lavali col fuoco o Vesuvio, lavali col fuoco”.

Se avessero lasciato borbonico il sud Italia forse, dopo 158 anni, non parleremmo ancora di questione meridionale, perché quando avvenne l’Unità d’Italia il debito pubblico del Regno delle due Sicilie era al 17% rispetto al PIL, il Regno di Sardegna che aveva annesso quello che fino al 1797 era il ducato di Milano (passando successivamente dalla repubblica transpadana, cisalpina, italiana, regno d’Italia ), era al 74%.

Chiusa la digressione, anche se un po’ di storia non farebbe male al vice presidente del consiglio Salvini. L’altro governo, istituzionale, non sarebbe per il ministro Salvini un win win, soprattutto se fosse di legislatura e durasse tutta l’intera legislatura. Difficile che dall’empasse creatasi possa essere Conte la soluzione, anche se i sondaggi gli danno un forte indice di gradimento.

C’è spazio per un governo di legislatura, legittimo, perché nascerebbe in parlamento luogo sovrano, organo delegato a tale decisione. Il governo nascente si ponga l’obiettivo di 4,5 provvedimenti, esempio: riforma della giustizia, redistribuzione del reddito, individuazione delle infrastrutture prioritarie, e il meridione è una fucina di priorità.

Dopo i bagordi politici della Lega, l’aforisma dello statista Winston Churchill, non sbaglierebbe e tornerebbe attuale: “Bizzarro popolo gli italiani: un giorno 45 milioni di fascisti, il giorno dopo 45 milioni di antifascisti e partigiani, eppure non risulta da nessun censimento che siano 90 milioni”.

Buona crisi di governo.

Vittorio Alfieri