Trapani – Nel pomeriggio di ieri, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordine di custodia cautelare emesso dal GIP di Trapani nei confronti del pluripregiudicato Francesco Paolo Cammareri, il quale, a seguito di un’articolata indagine condotta dalla “Sezione Delitti Contro i Patrimonio e la P.A.” della Squadra Mobile di Trapani, è emerso come uno dei responsabili della rapina perpetrata lo scorso gennaio presso la villa dei coniugi Salone- Maltese, nella via Europa di Casa Santa.
In particolare, nella notte del decorso 21 gennaio, quattro ignoti malfattori irrompevano nella camera da letto dei predetti coniugi col volto travisato e con delle luci da speleologo sul capo, esortandoli a farsi consegnare i preziosi sotto la minaccia di una pistola; quindi, narcotizzavano la donna con l’utilizzo dell’etere, legandole polsi e caviglie con delle fascette in plastica, e si dirigevano col Signor Salone presso il piano sottostante, alla ricerca del caveau.
Mediante l’ausilio di un flessibile, i rapinatori creavano un varco nella parete del caveau, accedendovi e forzandovi la cassaforte, dalla quale sottraevano circa 30.000 euro in contanti e preziosi dal valore di circa un milione di euro.
Durante, la rapina, i malfattori si impossessavano anche di una “Smith & Wesson” cal. 32 a tamburo, munita di cinque proiettili del medesimo calibro, custodita dal Salone nel comodino della sua camera da letto.
In occasione del primo sopralluogo, si repertavano una sigaretta Chesterfield Rossa, rinvenuta nella camera da letto, e una delle fascette utilizzate per immobilizzare la vittima, che venivano trasmessi al Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo per l’estrapolazione del DNA.
Intanto, si acquisiva materiale organico di alcuni pregiudicati di questo centro, il quale è stato inviato alla Polizia Scienti per l’estrazione del Dna e la successiva comparazione dello stesso con quello estratto dalla sigaretta e dalla fascetta rinvenute sulla scena del crimine.
Proprio tale accertamento consentiva di appurare che il Dna presente su tali reperti appartiene al noto pluripregiudicato trapanese Cammareri Francesco Paolo, nei cui confronti veniva immediatamente redatta una richiesta di custodia in carcere.
Il predetto è gravato da numerosi precedenti per delitti conto il patrimonio, la persona e in materia di stupefacenti, in ragione dei quali, a seguito di cumulo, è stato condannato alla pena complessiva di oltre 20 anni di reclusione, che lo stesso, in ragione di una certificata patologia che ne pregiudicherebbe il visus, stava espiando in regime di detenzione domiciliare.
Dopo gli adempimenti di rito, il Cammareri è stato associato presso la casa circondariale di Trapani.
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