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“Loggia segreta”, lo sfogo dell’ex deputata del Partito Democratico Antonella Milazzo: “Io isolata”

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“Ho sempre creduto che la politica debba arrivare prima della Magistratura e, nel mio piccolo, ho cercato di farne la bussola del mio agire. Mi sono esposta per questo senza alcun timore reverenziale e senza guardare al tornaconto politico. Spesso questo agire mi è costato isolamento politico e ovviamente mi ha penalizzata”. E’ l’amaro sfogo di Antonella Milazzo, l’ex deputata regionale del Pd all’Assemblea regionale siciliana, oggi a capo dell’associazione ‘Marsalab’, dopo avere appreso dell’arresto dell’ex deputato regionale prima Ncd e poi Fi Giovanni Lo Sciuto, nell’ambito dell’operazione ‘Artemisia’ che ha portato in carcere altri politici, massoni, poliziotti e professionisti.

Nel 2014, Antonella Milazzo, chiese al Pd di lasciare la maggioranza a Castelvetrano, la città del trapanese, oggi al centro del terremoto giudiziario e politico. “Nell’agosto del 2014 chiesi al mio partito di lasciare la maggioranza a Castelvetrano. Era mutato il quadro politico, il Nuovo Centro Destra si era “allargato” con l’adesione del gruppo dell’onorevole Giovanni Lo Sciuto, che era stato avversario di Felice Errante alle amministrative del 2012 – spiega oggi l’ex parlamentare – Chiesi al PD di agire con chiarezza e rigore assumendo scelte coraggiose e coerenti”.

“Come si fa a chiedere la fiducia dei cittadini se, per mantenere il potere, si scende a compromessi incomprensibili? Come si fa a farsi scivolare addosso le più grandi contraddizioni?”, denuncia Milazzo.

“La risposta a questa mia richiesta fu un attacco giornalistico feroce. Fui esposta al pubblico ludibrio in maniera spietata. E fui lasciata sola”, aggiunge ancora. “Leggere le notizie di oggi e rileggere quell’attacco lascia l’amaro in bocca. Non posso non chiedermi se rigore e coerenza paghino, se in questa Sicilia provare ad agire con rigore servirà mai a cambiare finalmente le cose o se invece dobbiamo sempre affidarci solo al lavoro dei magistrati, per poi cadere stupiti dal pero della nostra finta innocenza”.

“Sull’inchiesta mi auguro che tutti dimostrino la loro innocenza; ma la responsabilità politica non risponde ai rigidi criteri della responsabilità penale, e chi ha responsabilità politiche non deve aspettare i magistrati”, conclude Antonella Milazzo.

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