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Marsala, Pina Giacalone Teresi scrive al Primo Ministro Giuseppe Conte

Marsala, 24 gennaio 2019 – Signor Primo Ministro, Giuseppe Conte, mi sento fortemente amareggiata ed indignata per quanto sta succedendo nel nostro paese in questi giorni, a motivo delle disumane decisioni messe in atto dal governo di cui lei รจ leader.

Mi riferisco ai porti chiusi, al divieto alle navi Ong di salvare le vite dei naufraghi e di accoglierli nel nostro paese.

Mi riferisco anche al clima di tensione e di odio razziale che serpeggia in tutta la penisola, alimentato dalle malevole parole del ministro degli interni, Matteo Salvini, che dimostra, nella sua โ€œpratica oratoriaโ€, soltanto tutta la sua presunzione e la sua arroganza. Di conseguenza, tali posizioni governative hanno condotto lโ€™Italia a diventare un paese non accogliente, non sensibile a salvare vite umane. Una atrocitร ! Un dolore immenso! Una crudeltร  che ci fa inorridire, oggi, e di cui sicuramente i nostri nipoti si vergogneranno, domani!

Con i vostri crudeli decreti avete permesso che il nostro meraviglioso e generoso mare Mediterraneo diventasse la tomba di migliaia di persone e, purtroppo, anche dei loro sogni e delle loro speranze!

Le sto parlando con il cuore, signor Primo Ministro, con il cuore di โ€œitalianaโ€, fortemente legata al proprio paese, che non si sente rappresentata in questo momento nรฉ da lei, nรฉ dal suo governo.

Ma le parlo anche con il cuore di โ€œmadreโ€. Madre di due figlie emigrate: una al nord Italia, una in Australia, entrambe per motivi lavorativi. La mia pur bella cittร  siciliana, Marsala, non offre molti sbocchi di lavoro, per cui le giovani generazioni sono costrette ad andar via, ad emigrare in paesi lontani, anche fino alle estremitร  della terra. Del resto, lei mi insegna che ยซdove cโ€™รจ lavoro cโ€™รจ casaยป. Ma quanto dura e dolorosa รจ questa veritร , sia per chi resta che per chi viene sradicato dalla propria terra!

Le parlo con il cuore di โ€œnonnaโ€ che ha cinque nipoti lontani, con i quali vorrebbe condividere la quotidianitร , la crescita, i sogni, le ambizioni, giocando con loro, gioendo con loro, soffrendo con loro, abbracciandoli stretti, ma non puรฒ. Penserร  che sono triste per questo? No, non lo sono, perchรฉ sono convinta che tutto il pianeta Terra sia patria di tutti noi, di tutti i popoli e che la vita, in ogni caso, sia degna di essere vissuta, perchรฉ รจ bella! Perchรฉ la casa di ciascuno รจ il luogo dove ognuno trova la propria opportunitร  di lavoro per vivere onestamente, nella propria dignitร  di persona libera e responsabile.

Le parlo con il cuore di โ€œnipoteโ€, signor Primo Ministro; di nipote di una donna, la nonna materna, che nel 1918, a soli 18 anni, da sola e con un semplice fagotto di stracci, emigrรฒ negli Stati Uniti dโ€™America, consapevole della sua intelligenza, della sua caparbietร  e del suo coraggio. Signor Primo Ministro, pensi, mia nonna, una ragazzina sola, allo sbando, da Marsala al porto di Genova prima, da Genova a New York dopo e poi a Chicago. Una traversata infernale, su di un piroscafo fragile, attraverso lโ€™Atlantico, con poco cibo, con poche lire, senza conoscere la lingua. Un viaggio di speranza che ha cambiato la sua vita.

Cosรฌ, mi sento โ€œnipoteโ€ di tutte quelle ragazze emigrate di allora e mi sento โ€œmadreโ€ di tutte quelle donne emigrate di oggi, bianche o di colore che siano.

Dovโ€™รจ la differenza se abbiamo tutte lo stesso sentimento di amore per la vita, per una vita dignitosa, per una vita di riscatto dalla povertร , dalla violenza, dalla guerra? Dovโ€™รจ la differenza, signor Primo Ministro, in questo preciso momento, fra il mio cuore e quello di una madre dellโ€™Africa? Io non ne vedo alcuna. In ansia, nel dolore, nella paura, nel timore per la vita delle mie figlie e dei miei figli, come ogni mamma dellโ€™Africa, ma con un sogno nel cuore per loro: la libertร  e la speranza di una vita migliore!

Le parlo con il cuore di โ€œdonnaโ€, signor Primo Ministro. Il cuore di una donna รจ piรน sensibile di quello di un uomo. Non รจ un privilegio, ma una prerogativa. Noi siamo gli esseri che diamo la vita. Dentro il nostro corpo cโ€™รจ uno โ€œscrignoโ€, lโ€™utero, che custodisce e fa crescere il seme dellโ€™uomo, che poi si schiude per portare alla luce una vita! รˆ una particolaritร  che ha il genere femminile e che la rende piรน sensibile, piรน pietosa. Noi non ci sentiamo piรน importanti per questo, ma semplicemente piรน umane. In questo momento sono rammaricata perchรฉ non ho sentito una sola voce femminile, facente parte del governo, che abbia mostrato la propria indignazione e abbia fatto sentire la propria voce di โ€œdonnaโ€. Tutte zitte queste donne ministro? Se abbiamo un ruolo istituzionale non significa che dobbiamo perdere la nostra sensibilitร  e la nostra umanitร !

Le parlo con il cuore di โ€œeducatriceโ€, signor Primo Ministro. Sono unโ€™insegnante in pensione. Durante la mia professione mi sono adoperata per indirizzare i miei alunni al rispetto reciproco, al rispetto della comunitร , delle leggi e dello Stato. La cultura รจ figlia dellโ€™educazione! Avrรฒ fallito in qualche cosa? Forse, ma posso affermare di aver cercato di fare del mio meglio per favorire la formazione di giovani responsabili e liberi nelle proprie scelte.

Le parlo con il cuore di โ€œcristianaโ€, signor Primo Ministro. Il mio maestro Gesรน mi insegna ad amare, amare il mio fratello ed il mio nemico. Come potrei considerare i miei fratelli del nord, dellโ€™Africa, di un altro paese, miei nemici? Cosรฌ stranieri ed estranei, da chiudere loro le porte della salvezza in faccia, da chiudere i porti, da alzare muri per impedire loro di avvicinarsi a me? Che cristiana sarei se parlassi dโ€™amore e praticassi lโ€™odio? Cosรฌ mi chiedo e le chiedo: โ€œDovโ€™รจ lโ€™amore di Gesรน in un paese che si professa fondamentalmente cristiano? Dovโ€™รจ lโ€™amore di Gesรน, la sua pietร , la sua misericordia se non ci indigniamo davanti a queste stragi di naufraghi e se non ci mettiamo in azione per frenare questo scempio?โ€

Le parlo con il cuore di โ€œministroโ€, signor Primo Ministro. Sono โ€œministroโ€ di Cristo, pastora di una chiesa evangelica, di una piccola comunitร  di credenti che hanno abbracciato la fede di Cristo con convinzione e partecipazione. Promuovo lโ€™amore di Dio, la fratellanza e la solidarietร  fra i popoli, la pace nel mondo e soprattutto lโ€™accoglienza. Utopia? Non direi, ma sento il pericolo che, in questo particolare momento storico, lโ€™Italia stia perdendo un poโ€™ la bussola e non riesca a trovare la via della giustizia. Di quella giustizia vera, equa, che abbia bilance giuste; non fatta di giudizi superficiali e di facili polemiche opportunistiche, che favoriscono le campagne elettorali. Non fatta di parole mirate ad alimentare la paura dellโ€™altro, ma piuttosto pregna di solidarietร  e di aiuto reciproco.

Secondo lei, signor Primo Ministro, quale male hanno procurato gli italiani emigrati al Nord, negli Stati Uniti dโ€™America, in Australia? รˆ stato forse un male quello di aver contribuito, con il loro lavoro, la loro intelligenza e la loro creativitร , a fare grandi le nazioni dove sono vissuti? Che danno potranno fare i nostri fratelli venuti dallโ€™Africa? Le loro capacitร  lavorative potrebbero arricchire il nostro paese o quello in cui vorranno andare a vivere fra quelli europei. Sempre che non si pensi a sfruttarli!

Faccia qualcosa, signor Primo Ministro. Si commuova. Si adoperi per lโ€™accoglienza. Faccia aprire i porti. Permetta alle navi ONG di soccorrere questi naufraghi e salvare loro la vita.

Nello stesso tempo cerchi di placare, in qualche modo, questo clima di odio che si sta propagando a macchia dโ€™olio nel nostro paese.

Lโ€™odio fa male, logora e puรฒ ripercuotersi contro chi lo alimenta. Non permetta, lei che puรฒ, che si continui su questa strada senza sbocco dโ€™uscita e che sta procurando il declino dellโ€™Italia e della democrazia.

Le sarรฒ grata se opererร  in favore della vita!

La ringrazio per aver ascoltato il mio grido di pietร .

Pina Giacalone Teresi

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