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“Il fatto non sussiste”: assolti due custodi del Museo archeologico regionale Lilibeo di Marsala

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Riceviamo e pubblichiamo

Marsala – “Il fatto non sussiste”. Con questa formula, il giudice monocratico Vito Marcello Saladino ha assolto due custodi del Museo archeologico regionale Lilibeo di Marsala, Giuseppe Graffeo, di 56 anni, e Pietro Ferreri, di 54, dall’accusa di truffa in concorso in danno della Regione. Secondo l’iniziale accusa, avevano intascato il denaro versato da alcuni visitatori consegnando loro biglietti con la scritta “ingresso gratuito/free admission”. Legali dei due custodi del museo sono stati gli avvocati Stefano Pellegrino e Carlo Ferreri, che nel 2016 svolsero anche indagini difensive.

I fatti contestati dall’accusa risalgono al 4 giugno 2015. Quella mattina (nel corso della quale alcuni visitatori denunciarono di avere acquistato biglietti con la scritta “ingresso gratuito”), a varcare la soglia del Museo era stata anche una scolaresca di Scoglitti (Rg), la “Leonardo Sciascia”. Agli alunni e agli insegnanti accompagnatori, come da disposizioni di servizio, furono consegnati 44 biglietti gratuiti. “Staccati senza soluzione di continuità” sottolinearono subito i legali di Ferreri e Graffeo, che avanzarono “seri dubbi” sull’accusa.

“Non si comprende – hanno sostenuto, infatti, gli avvocati Pellegrino e Ferreri – come mai i denuncianti, entrati insieme e successivamente alla scolaresca, potessero essere in possesso di biglietti a titolo gratuito con numero di serie non in sequenza. In particolare, è stato rilevato che uno dei biglietti portava il numero 304, mentre altro biglietto dello stesso gruppo denunciante portava il numero 315 finale. Come potevano – è stato l’interrogativo posto dai due difensori – i denuncianti essere in possesso di biglietti con numero di serie non successivo, pur essendo entrati contemporaneamente? E perché non hanno contestato immediatamente l’asserita irregolarità?”. Evidenziato, inoltre, che chi ha sporto denuncia ha segnalato il fatto alla Soprintendenza ai Beni culturali “dopo 20 giorni rispetto alla visita al Museo”.

A porre un altro interrogativo (“E se ad accusarli fossero stati alcuni visitatori che volevano entrare gratis insieme con una scolaresca?”) fu, poi, un collega dei due custodi finiti sotto processo. Al Museo “Lilibeo” il costo del biglietto era di 4 euro (2 il ridotto).Dopo l’assoluzione gli Avvocati Pellegrino e Ferreri hanno dichiarato: “La sentenza restituisce ai due custodi, Graffeo e Ferreri, e alle loro famiglie la dovuta dignità, stima e serenità. I due custodi, da tutti apprezzati per l’onestà, la dedizione ed abnegazione con cui svolgono il proprio lavoro, non hanno mai perso fiducia nella giustizia, forti anche della solidarietà mostrata nei loro confronti dalla Soprintendenza ai beni culturali, ed in primis dalla Dott.ssa Famà, recentemente scomparsa”.

Tra i reperti più famosi in esposizione ci sono la “Nave punica”, attualmente comunque in fase di restauro, la statua in marmo (senza testa e gambe) di epoca romana delle Venere Callipige e dal 18 dicembre scorso anche la “nave romana” scoperta nel 1999 sui bassi fondali sabbiosi di Marausa.

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