riceviamo e pubblichiamo
LA SDRAIO DELLA GIUSI
Ce l’hanno fatta! Sono riusciti con molto impegno e molta dedizione a non creare una maggioranza in grado di governare per cinque anni. Del resto i parlamentari italiani sono stati eletti proprio per fare del loro meglio ed essi ci hanno ripagati in maniera eccelsa. Si sapeva da tempo che il risultato sarebbe stata l’ingovernabilità ma ciò non ha impedito di mettere in scena la farsa di elezioni inutili e costose. (“E io pago!!!, direbbe il buon Totò).
Non possiamo, però, continuare a piangere sul latte versato e bisogna guardare in avanti dove, ahimè, si proiettano le due figure politiche più significative: Salvini e Di Maio. Entrambi hanno vinto e rivendicano per sé il governo del paese, entrambi non hanno i numeri per farlo da soli.
In questa incertezza pre-consultazioni vi sono dei punti fermi significativi e che condizioneranno il futuro. Brunetta, il “quasi premio Nobel” per l’economia, subito dopo il voto ha dichiarato: “La coalizione di centro-destra chiederà ai singoli parlamentari di appoggiare un suo governo”.
Sallusti, direttore di un giornale a cui è venuta la brillante idea di allegare copia del “Mein kampf” (giusto per chiarire da quale parte tende), candidamente ha fatto notare che i voti mancanti per la maggioranza di un governo centro-destra sono inferiori a quelli necessari al movimento cinque stelle per formarne uno loro. Il “dinosauro uscito del cappello” ex cavaliere Berlusconi ha affermato che il diritto-dovere di formare un governo spetta alla coalizione del centro-destra che ha vinto; Salvini ha portato molti voti ma Forza Italia è stata penalizzata dall’impossibilità di partecipazione alla gara politica da parte del suo leader. Se Berlusconi si fosse candidato, Forza Italia sarebbe stato primo partito. Egli, comunque, per senso di responsabilità eccelsa sarà il “regista” di questa delicata fase.
A questi dati aggiungo un altro tassello: la rinuncia da parte di Maroni, ex ministro degli Interni di un governo Berlusconi, politico scaltro e ambizioso, di ripresentarsi come governatore della Lombardia. Maroni non può aver rinunciato per starsene a casa e dedicarsi ai suoi hobbies; avrà ricevuto qualche proposta allettante del tipo: “Un politico come te, può fare di tutto, compreso il presidente del consiglio”.
Sulla base di questi dati oggettivi e di mie considerazioni personali, mi sento pronta per elaborare una previsione sulla politica italiana per il prossimi mesi.
Berlusconi mettendo in campo tutte le sue riconosciute capacità di persuasione, convincerà i parlamentari fuoriusciti dai vari gruppi (Movimento 5 stelle, PD) e i parlamentari eletti all’estero ad appoggiare “responsabilmente” un governo centro-destra guidato non da Salvini (in Europa non è riuscito a farsi molti amici e fans) ma da Maroni. Nei primi cento giorni il governo attuerà qualche riforma promessa, giusto per acquisire maggior consenso, ma soprattutto metterà le mani alla riforma elettorale per crearne una capace di dare una maggioranza solida. A questo punto, con una nuova legge elettorale e con un Berlusconi di nuovo candidabile, il governo si sgretolerà e si tornerà alle urne.
Fatta la previsione adesso mi siedo sulla mia sdraio e aspetto che i fatti mi diano ragione (o torto).
Giusi P.