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Evasione fiscale, arrestato il neo deputato regionale Cateno De Luca

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I carabinieri e la Guardia di Finanza in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Messina, dopo le indagini coordinate dalla Procura, hanno posto agli arresti domiciliari il neo deputato regionale Cateno De Luca, e il presidente della Fenapi (Federazione autonoma piccoli imprenditori) Carmelo Satta, in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa un milione 750 mila euro.

De Luca è stato eletto all’Ars con 5418 preferenze, nella lista messinese di Udc – Sicilia Vera. Il neo deputato era tra quelli considerati impresentabili dal M5s. Nell’ambito dell’indagine sono state denunciate 8 persone ed è stato eseguito il sequestro preventivo per equivalente della somma sottratta al fisco, nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l.

De Luca su Facebook. “Sapevo che mi avrebbero arrestato”
“Sapevo già che mi avrebbero arrestato … perché già certi ambienti mi avevano avvertito! ed oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione. Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina”. Lo scrive in un post sul suo profilo Facebook il neo deputato regionale dell’Udc Cateno De Luca, arrestato oggi con l’accusa di evasione fiscale e posto ai domiciliari. “Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7:25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza”, prosegue De Luca. “Io li aspettavo da qualche giorno … io sto bene. Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende”. Nel post su Fb, dove pubblica anche una sua foto mentre prende il “caffè del galeotto”, il neo deputato regionale aggiunge: “chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni” e replica alle accuse che gli vengono contestate. “State sereni io non mollo – assicura De Luca – preservate il nostro meritatissimo ed onestissimo successo elettorale dagli attacchi dei medesimi ambienti che già sapevano del mio arresto”. “Pregate per me e per la mia famiglia e per gli altri indagati che nulla c’entrano in questa storia”, conclude De Luca citando un passo del vangelo: “Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. E invitando i suoi sostenitori, ai quali offre virtualmente il “caffè del galeotto”, a condividere il suo post.

Musumeci: “De Luca? Io prudente”
“Se nella fase di composizione delle liste qualcuno non ha seguito i miei reiterati inviti alla prudenza, tutte le scelte che dipenderanno da me, invece, saranno improntate a questo criterio, nel rispetto delle mie convinzioni e in coerenza con la mia storia personale, a cominciare dalla formazione della giunta”. Così il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, sull’arresto del deputato dell’Udc Cateno De Luca. “I provvedimenti della magistratura, alla quale rinnovo fiducia e apprezzamento, si rispettano e non si commentano” ha aggiunto Musumeci. “La legge vigente – ha detto – mette le istituzioni al riparo da casi come quello odierno e la sua applicazione sarà garanzia di legalità”.

De Luca, il deputato che protestò in mutande
L’immagine più nota dell’istrionico ex sindaco, ex deputato regionale e neo eletto parlamentare regionale Cateno De Luca è quella in cui è coperto dalla bandiera della Trinacria dalla pancia in giù e tiene nella mano destra un pinocchio di legno e nella sinistra una bibbia. Era il giorno della protesta perchè era stato escluso dalla commissione Bilancio dell’Ars, in base alle norme per l’equilibrio delle rappresentanze dei gruppi parlamenta. De Luca, 45 anni, arrestato oggi, nato a Fiumedinisi nel messinese, comune di cui è stato sindaco, eletto nel 2003, sposato con due figli, agli arresti domiciliari per presunta evasione fiscale, negli ultimi 15 anni è salito più volte alla ribalta del mondo politico siciliano e non solo per le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto. Nel 2006, dopo aver appurato di avere una platea ampia di elettori De Luca si candida alle regionali e viene eletto nella lista del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo. Nello stesso anno si presenta in mutande a palazzo dei Leoni, sede della Provincia messinese, per protestare contro i tagli della fornitura d’acqua alle Eolie. Nel marzo 2007 si dimette da vicesegretario del Mpa e fonda l’associazione politico-culturale Sicilia vera, che poco tempo dopo diventa formazione politica. All’Ars De Luca si fa notare perchè si scaglia contro deputati della maggioranza dipingendoli con frasi a effetto: a Francesco Cascio di Forza Italia dice di essere ”un baronetto, politicante di regime che sperpera denaro pubblico”, a Salvino Caputo dice di essere ”un ciarlatano di piazza”, al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè dice di aver ”legalizzato le assenze dei deputati” e al governatore Totò Cuffaro dice ”non ho stima di lei”. Nel febbraio 2008, dopo aver raggiunto la notorietà per le sue azioni eclatanti De Luca torna nel Mpa e alle elezioni regionali viene rieletto. Nell’ottobre dello stesso anno aderisce al nuovo gruppo ”Forza del sud” ispirato da Gianfranco Miccichè con cui rimane fino a febbraio 2011. Nel giugno 2011 la prima grossa grana giudiziaria: De Luca, in qualità di sindaco di Fiumedinisi, viene arrestato col fratello Tindaro, un funzionario del Comune e il presidente della Commissione edilizia, per abuso d’ufficio e concussione. Avrebbe gestito gli appalti pubblici, il cosiddetto ”sacco di Fiumedinisi” per proprio tornaconto. Dopo il rientro all’Ars, sei mesi dopo, attacca il pm che lo ha indagato e fa esposti contro la procura messinese. Nel maggio 2012 De Luca viene eletto sindaco di Santa Teresa Riva (Me) e a luglio si dimette dall’Ars ”per iniziare la mia rivoluzione in Sicilia” dice. E fonda il movimento ””Rivoluzione siciliana” con cui si candida alla presidenza della Regione nel 2012: prende l’1,2% dei voti. Nell’aprile scorso ha annunciato di candidarsi alle elezioni comunali come sindaco di Messina. Intanto viene condannato dalla corte dei conti a 13 mila euro per le ”spese pazze” dei gruppi all’Ars. Arrivano i giorni delle candidature alle regionali. De Luca viene definito ”impresentabile” dal candidato governatore M5s Giancarlo Cancelleri per i processi in corso: il pm ha chiesto una condanna a 5 anni di carcere per il ”sacco di Fiumedinisi”. Lui ribatte e annuncia querele. E’ candidato nella lista provinciale messinese: ”Sicilia vera – Libertas – Rete democratica – Udc” ottiene più voti di tutti, 5418 preferenze, e viene eletto. Su Facebook ieri scrive: ”Cercherò di ringraziare tutti voi uno ad uno per il risultato che abbiamo raggiunto. Per ora non sto rispondendo a nessuno sia al telefono che per messaggio perché sono concentrato con i miei legali in quanto il 9 novembre ho l’ultima udienza dell’ultimo processo che riguarda il mio calvario giudiziario che dura dal 27 giugno 2011 con 14 procedimenti penali già chiusi a mio favore. Vi chiedo scusa”.

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