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Marsala, scrive ancora Antonino Gerardi sulla posidonia spiaggiata: “C’è la soluzione”

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riceviamo e pubblichiamo

Marsala – Se è vero quanto sostengono gli studiosi che la produzione di alghe spiaggiate è l’indicatore principale della integrità del mare. Ma come avviene ogni anno quando sta per approssimarsi la stagione estiva la presenza sugli arenili delle foglie della posidonia, da ricordare che determina problemi di vario genere soprattutto per lo svolgimento della attività di balneazione.

C’è poi un’altra situazione, oltre ad aver trasformato tutto il litorale marsalese in piccole discariche abusive, la colmata nella zona di fronte lo Zio Ciccio, dove vengono ammucchiate tonnellate di alghe e dove con l’arrivo del bel tempo si verifica un fenomeno che è fonte di disagio e che produce perfino una immagine negativa nell’offerta turistica.

Succede infatti che i vegetali marini spiaggiati vanno in putrescenza e diffondono nell’aria circostante odori sgradevoli che possono essere interpretati anche come quelli provenienti dalle fogne. Inoltre sui cumuli di alghe si creano imponenti colonie di insetti con problemi anche di ordine sanitario. Ma non solo, in occasione di maestralate piuttosto forti, le foglie vengono disperse su tutta l’area urbana adiacente andando spesso a intasare i tombini di raccolta delle acque piovane.

La situazione provoca ogni anno le proteste degli abitanti della zona e in particolare quelle degli operatori turistici e commerciali le cui attività si affacciano su tutto il lungomare Marsalese. Oggi la normativa in vigore consente che vengano praticate operazioni di smaltimento e riciclo che vengono svolte da aziende specializzate in grado di svolgere l’operazione con l’utilizzo di macchine, come nel caso della vagliatrice, che consentono di liberare dall’alga i granelli di sabbia e quindi di non impoverire gli arenili dalla materia prima. Segnalazioni in tal senso erano state inoltrate anche lo scorso anno alla amministrazione in carica.

La normativa prevede anche che un certo quantitativo di alghe debba restare sugli arenili soprattutto in quei tratti di costa dove si sono verificati fenomeni di erosione. Fino a oggi il problema è stato affrontato in maniera del tutto parziale, forse perfino con superficialità, creando i presupposti per le immancabili lamentale di bagnanti e operatori nonostante la normativa vigente consenta oggi di affrontare il fenomeno in termini risolutivi. Questo tipo di atteggiamento è inoltre il responsabile della immagine negativa che si provoca nei confronti degli ospiti nazionali e internazionali che raggiungono il nostro litorale Marsalese per la stagione delle vacanze.

Antonino Gerardi

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