Categories: Antimafia e Cosanostra

Sequestrati beni per 7 milioni di euro all’imprenditore Salvatore Angelo

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Un ulteriore colpo al patrimonio, riconducibile al latitante Matteo Messina Denaro, è stato inferto dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani, che questa mattina hanno dato esecuzione al decreto di confisca, emesso dal tribunale di Trapani, per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore Salvatore Angelo.

L’intervento, ha interessato principalmente il territorio di Salemi, ha riguardato 4 aziende attive nel settore edile e della viticoltura, 67 immobili, tra ville e terreni, e 4 autoveicoli.

Imprenditore di riferimento del boss latitante Matteo Messina Denaro, Salvatore Angelo, era stato tratto in arresto nel 2012, con altri esponenti di spicco delle famiglie mafiose di Salemi e di Castelvetrano, nell’ambito dell’operazione “mandamento”, che aveva messo in luce il sistema di infiltrazione mafiosa, legata alla realizzazione dei parchi eolici della provincia di Trapani ed Agrigento, attraverso le imprese dello stesso Salvatore Angelo.

All’esito dell’operazione che aveva portato all’arresto di importanti membri dell’organizzazione criminale, era scaturito il sequestro, eseguito in due tranches, a gennaio e a dicembre 2015, dal Ros e dai carabinieri di Trapani, di consistenti patrimoni accumulati dal citato imprenditore, destinati, in parte, a finanziare la latitanza del boss di Castelvetrano.

La confisca, in particolare, giunge a distanza di appena un anno dalla conferma in cassazione della condanna, ad otto anni emessa in appello, nei confronti dell’imprenditore salemitano per associazione mafiosa.

Con il provvedimento odierno, il tribunale di Trapani ha, pertanto, disposto la confisca della società salemitana calcestruzzi e di tre imprese individuali, riconducibili ad Angelo Salvatore, nei cui confronti è stata altresì applicata, la misura della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Salemi, per 4 anni, da scontare all’atto della scarcerazione prevista nel 2023.

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